Autunno 2004: Genova, Coop di Piazza Piccapietra
Sono in coda alla cassa dopo una spesa svogliata. C’è gente, e, appoggiato al carrello, mi guardo intorno in attesa del mio turno.
Il mio sguardo cade su una signora bionda, piuttosto in carne, circa cinquantenne. Non è certamente una bellezza, eppure qualcosa scatta: sono assolutamente certo di averla vista prima. Provo a pensare a conoscenti e luoghi frequentati di recente, ma è il buio. Beh, pazienza. Quando è quasi il mio turno, però, sento una cassiera dire ad un’altra:
– Hai visto chi c’è? E’ proprio lei!
Questo mi fa intuire che stavo sbagliando strada: la bionda in questione dev’essere una vip! E allora il mio pensiero spazia alla tv, allo sport, al cinema. Niente, niente, niente di tutto questo. Mi arrovello, anche ben dopo che sono uscito dal supermercato. Forse una presentatrice? Una valletta di altri tempi decaduta? Magari lavorava anche solo a Primocanale. Oppure è in politica e compare ogni tanto nei Tg regionali. E se fosse la moglie di qualcuno di importante e godesse solo di gloria riflessa? Il vuoto.
Il giorno dopo mi arriva l’illuminazione mentre mi faccio la barba (al mattino, col cervello fresco, ho spesso intuizioni folgoranti). Si trattava semplicemente di una signora che l’anno precedente aveva frequentato la stessa palestra in cui faticavo io. Il discorso delle cassiere era totalmente indipendente dalla questione.
La morale è: Non fidatevi di quello che sentite dalle cassiere dei supermercati
(oh, che vi aspettavate? Le favole di Esopo o di La Fontaine non hanno affatto morali molto più furbe!)