Oggi sfoderiamo un po’ di rancore.
Nel luglio 1989 partecipai alla mia prima vacanza studio in terra anglofona, per la precisione a Nottingham, nel centro dell’Inghilterra, con soggiorno presso una famiglia. Non fu un’esperienza molto felice: un po’ ero troppo babanotto per poter godermi l’esperienza, un po’ la compagnia non era un granché, un po’ la città la ricordo come bruttina. E soprattutto la spedizione era guidata dal professor Enzo.
Curiosamente ho rimosso il cognome di questo malefico signore, ma ho davvero un pessimo ricordo di lui come persona e come insegnante. La vacanza era organizzata dal Don Bosco di Alassio, istituto che è noto per cercare di inquadrare i ragazzi in modo molto preciso per mantenerne il controllo: ad esempio vengono stabiliti i tempi di studio e si costringono i ragazzi a dedicare un tot di tempo a ogni materia: oggi dalle 14 alle 15 studiate latino, e non importa se sapete già la lezione, al massimo fissate il vuoto, e pazienza se non imparate a gestirvi e maturate, l’importante è che sappiate la perifrastica passiva. Enzo si adattava perfettamente a questa filosofia. Era infatti molto scrupoloso nel controllare i movimenti di tutto l’entourage, arrivando a telefonare tutte le sere in ogni casa per verificare se fossimo usciti. Infatti, secondo le sue regole, non si poteva uscire se non col gruppo intero o al massimo con la famiglia ospitante. A chi era preso in fallo, spettava la temutissima Telefonata a Casa: Enzo prendeva e telefonava in Italia dicendo “Suo figlio è uscito!”. Per quanto mi riguarda, come dicevo, ero un po’ babanotto e poi la mia casa era un po’ fuori mano, quindi non mi ero neanche posto il problema di uscire, ma suppongo che se l’avessi fatto e fossi stato beccato, i miei avrebbero detto “Embe’? Se è uscito è perché aveva qualcosa da fare!”.
Come tutti i capetti fascistelli, Enzo pretendeva che gli altri rispettassero le sue regole ma si riteneva al di sopra delle altre. Ad esempio, durante le lezioni, si metteva a fumare nonostante i divieti ben esposti nelle aule. A chi gli chiedeva spiegazioni, lui rispondeva scrollando le spalle: “Rules are done to be broken”, le regole sono fatte per essere infrante.
Una sera, riportai alla mia famiglia ospitante questo comportamento, e li vidi stupitissimi. Non per la ribalderia del nostro supposto educatore, ma perché proprio non riuscivano a capire il senso della frase: le regole sono regole, che diamine! Non son mica fatte per essere infrante, devono essere rispettate! Era un po’ come se gli avessi detto qualcosa privo di senso come “ho messo un autobus nel panino per migliorare l’acustica della Lettonia”. Gli esterofili potranno interpretare il loro stupore come indizio dell’integrità dei popoli nordici che non riescono nemmeno a concepire l’idea di considerare le regole come spazzatura, mentre gli xenofobi sosterranno che in fondo è una battuta, e che l’onestà non dovrebbe pregiudicare la capacità di comprendere una gag, per quanto stupidina, e che quindi i popoli nordici sono un po’ duretti di comprendonio. Infine, i più malvagi potrebbero sostenere che fossero le mie scarse doti nella lingua d’Albione a compromettere la loro comprensione. Ma vi assicuro che non è così.
E per concludere il ritratto di Enzo: la partenza per la Gran Bretagna avvenne da Nizza con Air France perché “Alitalia fa sempre scioperi”. Al ritorno ci fu uno sciopero improvviso e selvaggio di Air France che ci costrinse a stazionare in aeroporto per oltre sei ore. Ok, magari questa non è colpa sua, ma mi andava di infierire!
Update: mi fanno notare che è più corretta l’espressione “Rules are MADE to be broken”, però sono abbastanza certo di aver sentito “done”. Potrebbe essere una quarta spiegazione alla perplessità dei nottinghamesi e un ulteriore indice dell’incompetenza di Enzo, oppure una conferma della mia scarsa memoria. Scegliete voi.
12 Comments »
Leave a comment
You must be logged in to post a comment.
Tanto per distanziare Joril nel numero di commenti:
1) da quando in qua si parte dalla Francie per evitare gli scioperi? Che diamine, lo sanno in tutta Europa che in Francia l’unica attivita’ e’ lo sciopero! (cliche’)
2) Che bisogno avevi di migliorare l’acustica in lettonia? E come si fa a migliorarla mettendo un autobus nel panino? Propongo un post sull’argomento
Comment di paolo • 1 Luglio 2010 11:28
1) Beh, era il 1989. Vent’anni fa magari le cose erano un po’ diverse… Ma anzi no, perché devo difendere il professor Enzo? Sì, è così, tutti sapevano che Air France sciopera, eppure lui niente, da Nizza e tac!
2) Non l’acustina in Lettonia, ma della Lettonia! C’è una bella differenza. Per risolvere il mistero non saprei, chiedete a Enzo.
Comment di xx • 1 Luglio 2010 11:51
1) Nell’89 non ricordo, ma ricordo che nel ’95 ci fu uno sciopero generale in Francia a cui aderirono tutti (belli e brutti) e che duro’ non so quante settimane…
2) e’ vero, peto venia.
PS: eventi in Francia nell’89:
– il bicentenario (de che? ma della rivoluzione, che diamine!)
– Lemond vince il Tour con 8” su Fignon dopo averlo battuto nella cronometro finale sugli Champs Elysees (una settimana dopo c’erano ancora le transenne, posso testimoniare)
– sciopero dell’Air France a Nizza a causa della presenza del prof. Enzo
Comment di paolo • 1 Luglio 2010 12:26
Continuo con un sillogismo: il professo Enzo e’ malvagio, i cavalli sono malvagi, quindi il professor Enzo e’ un cavallo
Comment di paolo • 1 Luglio 2010 13:22
Commento al volo solo l’update, che` sono un po’ incasinato.
E` sicuramente indice della scarsa competenza di Enzo, non v’e` altra accettabile spiegazione.
Comment di Botty • 1 Luglio 2010 18:46
Paolo: mi ricorda il sillogismo “Socrate fuma, il treno fuma, Socrate è un treno”. Ne consegue logicamente che il professor Enzo è Socrate.
Botty: bravo ragazzo. Ti meriti un abbonamento trimestrale (non esageriamo) a Mens’ Health nell’edizione panamense.
Comment di xx • 2 Luglio 2010 08:54
Il treno e’ un cavallo d’acciaio, il professor Enzo e’ un cavallo e fuma, quindi il professor Enzo e’ un lettone (e vuole migliorarne l’acustica)
Comment di paolo • 2 Luglio 2010 10:18
Come avete fatto a non rendervene conto? Il professor Enzo era lo sceriffo di Nottingham!
Comment di MCP • 2 Luglio 2010 19:35
E. “Ma signora, suo figlio si DJroga!”
M. “Eh certo, dovrà pur sempre fare come il resto del gruppo!”
E. “Accidenti, ha ragione! Corro a evadere le tasse e parcheggiare in seconda fila.”
Legenda
(E. = Enzo-malvagio; M. = Mamma-di-XX)
Comment di Tripplo • 6 Luglio 2010 11:15
E: “Signora, suo figlio sta guardando un film sui bambini sudanesi!”
M: “NO! DEVE SALVARLO!!!!”
Comment di paolo • 6 Luglio 2010 18:28
La djroga fa bene, i bambini sudanesi no.
MCP: ma se Enzo era lo sceriffo di Nottingham, chi era Robin Hood? Chi Lady Marian? E soprattutto, chi il serpente Sir Biss?
Comment di xx • 9 Luglio 2010 14:04
XX: domande impegnative… di sicuro sai almeno chi era Little Luke!
Comment di MCP • 10 Luglio 2010 18:27