Ehi, era un po’ di tempo che non assegnavo i Cazzetti Awards! Per chi arriva tardi, si tratta di premi semiseri e premi imbecilli (premi seri-seri no, quelli non ci sono) ai film visti durante la stagione cinematografica, la quale, in questo caso, nel complesso è stata un po’ moscetta, sia come numero di film visti – 32 in un anno – che come qualità complessiva. Con qualche grande eccezione, ovviamente. Buon divertimento e inveite con me se non siete d’accordo.
Cazzetto d’oro per il miglior film: Up di Pete Docter e Bob Peterson. A mio parere, il miglior film Pixar di sempre. Divertente, commovente, coraggioso, ricco di grazia e di idee da ogni punto di vista, è un film meraviglioso che tutti dovrebbero vedere perché lo si può apprezzare a un sacco di livelli differenti. Il mondo è un posto migliore da quando c’è la Pixar.
Cazzetto d’argento: Inglourious Basterds di Quentin Tarantino, ovvero il film che mi ha riconciliato con questo regista. La rivisitazione storica del buon Quentin è originale quanto non mai, cinematograficamente audace e frizzante, con un cast azzeccatissimo e soprattutto divertente da morire, cosa ben rara quando si parla di nazisti.
Cazzetto di bronzo: non oso scegliere e codardamente do un pavido ex-aequo a ben tre film diversissimi tra di loro.
Drag me to Hell di Sam Raimi è il ritorno del grande regista di paura. E’ uno “spaventarello”, ti fa bù continuamente, è sadico nei confronti dei personaggi e degli spettatori e riesce a spaventarti con un fazzoletto che vola. Ma che spasso, ragazzi! E che bravura il regista!
La prima cosa bella di Paolo Virzì è un film imperfetto ma molto bello perché sincero, girato con grande partecipazione ed entusiasmo. Si dirà che di solito non basta, ma chissene. La prima cosa bella ti conquista.
Toy Story 3 di Lee Unkrich: due Pixar in un anno solo, troppa grazia! Non è al livello di Up, ma è comunque un film Pixar, quindi ricco di grazia, di idee, divertente e commovente. Sì, le stesse cose che ho detto per Up, ma che ci posso fare se il mondo è un posto migliore da quando c’è la Pixar?
Cazzetto fuoriserie: in realtà il film più bello che ho visto quest’anno al cinema è un altro, e per la precisione Il mio vicino Totoro di Hayao Miyazaki, quello che probabilmente è il mio film preferito in assoluto. Se non l’avete mai visto, siete delle persone incomplete. Lo considero fuori concorso perché è un film del 1988 e perché l’avevo già visto un sacco di volte.
Cazzetto moscio per il peggior film: oggettivamente quest’anno non credo di aver visto un film brutto brutto, un film da buttare via sotto ogni punto di vista, ma ne ho visti diversi di mediocri, e che soprattutto in virtù delle aspettative dovute al nome del regista o al tema dovevano essere migliori. C’è l’imbarazzo della scelta: Baarìa di Giuseppe Tornatore, Amabili Resti di Peter Jackson, Alice in Wonderland di Tim Burton, Il paese delle Creature Selvagge di Spike Jonze. Ma tra tutti questi film bruttarelli, ne spicca uno per molestia, non fosse altro per la durata e per la tortura del 3d: Cagatar, di James Cameron. Maro’ che palle! Sì, belli i paesaggi, gran dettaglio grafico, 3d finalmente usato come si deve, ma che palle! Dio, che palle!
E ora i premi speciali:
Premio speciale “Belli Capelli” a Segnali dal futuro di Alex Proyas per i capelli di Nicholas Cage. Il film di per sé non è neanche malaccissimo, molto scemo e improbabile ma con belle scene di distruzione (spicca l’ultima con la settima di Beethoven con sottofondo), però merita di essere visto per i capelli di Nicholas Cage. Amo i capelli di Nicholas Cage, l’avevo già detto?
Premio speciale “Sbavare dalla rabbia”: tra i diversi film candidati al cazzetto moscio, Alice in Wonderland si distingue da un altro punto di vista: è quello che potenzialmente poteva rendere di più, per la potenza del soggetto e per l’affinità che ha con la sensibilità del regista. Il fallimento è talmente totale e clamoroso che non so se sarò più in grado di vedere un film di Tim Burton. Certamente non La famiglia Addams!
Premio speciale “Marketing” a Cagatar di James Cameron, perché anche se subodoravo la stronzata mi è stato impossibile non andarlo a vedere per l’enorme battage pubblicitario che ci ha bombardato per mesi e mesi.
Premio speciale “Memento” a Il messaggero di Peter Cornwell per il film di cui non ricordo quasi niente. C’era una casa semiinfestata, ogni tanto faceva bù. Non ricordo altro.
Premio speciale “Spancione” per la migliore battuta a Basta che funzioni di Woody Allen. In realtà a scriverla qua non rende (per chi l’ha visto: quella del pescegatto), ma era incastrata così bene in un film peraltro spassosissimo che ho riso tanto tanto tanto.
Premio speciale “Pacca sulla spalla” a Dieci Inverni di Valerio Mieli, dove la pacca è di incoraggiamento. Un piccolo film italiano originale e ben girato come ce ne dovrebbero essere di più.
Premio speciale “Photoshop” a Vera Farmiga (no pun intended), o meglio, alla sua controfigura che le ha prestato il sedere in una scena di nudo in Tra le nuvole di Jason Reitman (buon film, tra l’altro).
Premio speciale “Faccia” a Johnny Halliday per la sua interpretazione in Vendicami di Johnnie To. Faccia immobile per tutto il film senza nemmeno variare il cappello come faceva Clint Eastwood, ma assolutamente perfetta per il suo ruolo. Menzione speciale per il grugno di Brad Pitt in Inglourious Basterds.
Premio speciale “Fedeltà” al cinema Cineplex di Genova. Su 32 film visti nella stagione, 15 sono stati al defunto Cineplex di Genova. Non perché ci piacesse, ma perché aveva spesso uno spettacolo verso le 18.30 che faceva al caso nostro.
E infine premio speciale “Basta!” alla moda dei film in 3D, che una volta visti una volta e apprezzata la baracconata rendono solo la visione dei film più faticosa, più distraente e più costosa. Usate quei soldi per qualcosa di più interessante!