Ancora roba etnica da queste parti, gente, e ancora una roba che potete usare per la pausa pranzo. D’altronde, se volete i ravioli della nonna li chiedete alla nonna, non vi rivolgete mica a Pinguini in cucina.
La nonna non ha mai fatto i ravioli, al massimo gli agnolotti. E poi non ho capito, con tutta la roba buona che c’è in Italia perché dobbiamo andare a fare le cose straniere?
Ma andiamo con ordine. Non son mica tanto sicuro che questa ricetta abbia qualcosa a che fare con il Brasile, ma nel libro di ricette che mi è stato regalato a Natale la spacciavano come tale. Io l’ho provata, mi è piaciata, l’ho modificata leggermente (come sempre, ho la presunzione di saperla più lunga del redattore delle ricette ), l’ho rifatta e ve la propongo.
Lo sanno tutti che le ricette vanno seguite passo per passo, se cambi qualcosa poi non viene bene.
Che poi a me il Brasile non è mai stato simpaticissimo, se devo confessare, come già dissi in Razzismo. Mi ripeto e rincaro la dose: ci hanno i calciatori che vogliono tutti giocare in attacco, ci hanno l’Amazzonia che tutti chiamano il Polmone Verde e l’immagine mi fa un po’ schifino, ci hanno il Carnevale che è una festa che mi è proprio antipatica, e soprattutto ci hanno i ragni più grossi del mondo, quindi in Brasile non ci voglio andare. Però l’insalata di riso alla brasiliana è un sacco buona. Fatela anche voi, è facile.
Ma non ti vergogni a dire tutte queste sciocchezze? Il Brasile è un paese ricco di storia e di cultura.
Prepararsi
Vi darò la ricetta per una sola persona. L’insalata di riso brasiliana è un piatto triste che va consumato davanti a un monitor (vedi sotto “mangiare”). Eccone gli ingredienti:
75 g di riso. Io uso il basmati, mi pare che ci stia benissimo.
“Mi pare”…la ricetta cosa diceva? E ti pare che in Brasile usano il basmati? Usa il riso brasiliano, vedrai che viene meglio!
30g di piselli surgelati. Risparmiate e prendete quelli di marca-supermercato. Sono buoni lo stesso.
I piselli devono essere freschissimi e sgranati con le vostre mani, altrimenti il piatto viene uno schifo.
75g di gamberi sgusciati. Io, che sono un morto di fame e che non amo maneggiare il pesce crudo, compro quelli surgelati dai negozi di pesce surgelato. In tal caso, pesatene 100 g, o anche qualcosina di più, e scongelateli prima: qualche minuto nel microonde sarà sufficiente.
Non so nemmeno da che parte cominciare per dirti tutte le cose sbagliate…gamberi freschissimi, e se costano meno di 60 € al kg non vanno bene.
mezza mela: la Melinda è perfetta, ma una volta che avevo solo le mie amate Pink Lady ho usato una di queste, e evviamente il piatto è venuto ottimo. Consiglio solo di evitare mele farinose, devono essere croccanti.
E allora facciamo le cose a caso, sperimentiamo con quello che ci pare!
il succo di mezzo limone: confesso che io uso quello già spremuto che intanto si conserva un sacco.
Si conserva un sacco perché ci ha i conservanti. E poi come faccio a sapere quant’è il succo di mezzo limone? Ci sono limoni più e meno succosi!
mezzo avvocato: la gag del giorno è chiamare “avvocato” quelli che i non-spiritosi chiamano “avocado”. Che sia maturo al punto giusto, mi raccomando.
Intanto l’avvocato è una professione dignitosissima che non deve essere presa in giro, e poi se si chiama “avocado” perché devi chiamarlo con un altro nome? E poi, dell’altro mezzo che me ne faccio?
Sale, pepe, acqua
E l’attrezzatura:
Una pentola bassa e larga col suo coperchio
Un cucchiaio di legno
Un coltello
Un fornello
(facoltativo) Un forno a microonde
(No, non è che Ignazio non abbia nulla a che ridire su tutto questo, ma l’ho mandato a prendere l’aceto di banane in cantina. Anche se non mi servirà, almeno sto un pochino in pace…)
Eccomi! Ma a che ti serve l’aceto di banane?
Basta! E’ una ricetta che chiede davvero poco!
E allora non sarà mica tanto buona…
Cucinare
Intanto metto le mani avanti: il modo in cui vi farò preparare il riso non a tutti piace. Io sono nemico di coloro che, per fare l’insalata di riso (o di pasta) passano il riso (o la pasta) sotto l’acqua fredda dopo la scolatura per fermare la cottura. A me piace che si senta l’amido e non mi disturba il riso colloso, anzi, forse mi piace anche di più, mentre trovo che lavandolo dopo la cottura finisca per non sapere di niente. E’ per questo che vi faccio preparare il riso a mo’ di risotto semplificato, invece che con la tradizionale cottura e scolatura. Se siete contrari a questo approccio, probabilmente siete belgi o aglioti o Ignazi.
Secondo me è meglio lavarlo, ma che te lo dico a fare, intanto fai come ti pare…
Una parola prima di iniziare, ché vi conosco che voi iniziate a cucinare prima di aver letto tutto e poi vi ritrovate nei guai: se usate i gamberi surgelati e non avete un forno a microonde, metteteli a scongelare prima. Non ci vorrà molto, un’oretta o poco più, ma i gamberi vanno scongelati.
E se li prendete freschi, non c’è bisogno di scongelarli. Uff, si stanca avere sempre ragione.
Mettete nella pentola il riso con i piselli ancora surgelati e copritelo d’acqua, appena sopra la superficie del riso. Salate, ma, attenzione, meno di come salereste l’acqua per la cottura tradizionale. Qualche chicco di sale grosso e poco più. Accendete il fuoco basso basso, mescolate e coprite. Ogni tanto sollevate il coperchio, girate il riso e, se si è asciugato troppo, aggiungete acqua.
Con la normale cottura in tanta acqua non hai questi problemi. Butti il riso e non ci pensi più.
Mentre che il riso cuoce, se non avete ancora scongelato i gamberi, fatelo ora. Quando il riso è vicino alla cottura (a seconda della qualità, ci metterà dai 10 ai 15 minuti), aggiungete i gamberi e fateli cuocere insieme al riso e i piselli. E’ il momento più delicato: i gamberi devono cuocere giusto un paio di minuti, altrimenti poi si striminziscono. Quindi, metteteli al momento giusto.
Dieci o quindici minuti?!? Insomma, qui non c’è precisione, la cucina è un’arte di precisione!
A questo punto assaggiate il riso per vedere se è cotto ma non i gamberi, dai, ce ne saranno cinque o sei, se li mangiate ora poi non ve ne rimangono più abbastanza! Quando è cotto a vostro gusto, spengete il fuoco e fatelo raffreddare. Notare che quest’approccio alla cottura vi fa anche risparmiare di sporcare lo scolapasta e lo snervamento dei chicchi di riso che vanno dappertutto quando scoli.
Ma che discorso è?!? Si cucina in base al gusto, alla tradizione, alla joie de vivre, non in base a quante pentole si sporcano!
Il riso deve raffreddarsi, e ci metterà circa 20 minuti. In questo periodo, fate qualcos’altro. Magari guardate una puntata di una sit-com. A me piacciono un sacco le sit-com.
A me le sit-com fanno schifo perché ci hanno le risate registrate. Guardate piuttosto un telegiornale.
Quando appaiono i titoli di coda, attaccate con gli altri ingredienti. Sbucciate e tagliate a cubetti la mela, e aggiungetela al riso. Poi passate all”avvocato… anzi, prima di passare all’avvocato mi dilungherò un pochino su questo frutto. Ho scoperto che mi piace solo di recente, grazie a una ricetta di fajitas non canoniche passatami da Seriruccio (che probabilmente arriverà anche qui prima o poi) che prevedeva il guacamole, salsa a base di avvocato. In precedenza non mi piaceva perché l’avevo assaggiato da piccolo quando zio Attilio, che lavorava e risiede tuttora in Africa, portò a Sassello un campione di diversi frutti tropicali, che allora (metà anni ’80) erano introvabili. Mi piacquero il mango e la papaia, ma risultai disgustato dall’avvocato…perché lo mangiammo come frutto, e non come verdura (a cui è più assimilabile). E mangiato da solo a morsi, burroso com’è, in effetti non fa un po’ schifino. Ma per fortuna l’ho riscoperto di recente, e ora sono un pochino più ricco.
Ma…ma…e tutto questo cosa c’entra con la ricetta? Io ora ho perso il filo!
Eravamo rimasti alla preparazione dell’avvocato. Tagliatelo a metà per il lungo, scartate il nocciuolo che non è buono da mangiare, sbucciatelo e tagliatene a dadini metà. Aggiungete i cubetti alla sbobba e mettete subito il limone, subito subito!, altrimenti l’avvocato diventa nero, come lo zio di Willy il Principe di Bel Air. Per completare, pepate e mescolate il tutto.
Sì, ma non mi hai ancora detto che farne dell’altra metà dell’avocado.
Questa volta era tutto più facile del solito, vero?
Sì, ma io ho un mezzo avocado che mi avanza.
Mangiare, bere e impatto anale
Come un po’ tutte le insalate di riso, questo piatto non è pensato per essere mangiato in casa. Io mi sentirei scemo a mangiarlo in un piatto su una tavola correttamente apparecchiato : se proprio non mangiate in ufficio (magari perché avete la mensa, o andate al bar, o magari perché non lavorate in ufficio) e non avete voglia di aspettare il tiepido aprile per un picnic, come minimo sbattete il riso in un contenitore da asporto e mangiatelo davanti alla televisione. Per favore.
Anche se me lo chiedi per favore, il rispetto per se stessi e la buona creanza impongono di apparecchiare la tavola con tutti i crismi e di mangiare con la tv spenta.
Pultroppo, se mangiate in ufficio non potrete berci un granché insieme: e nonostante sia già un caleidoscopio di sapori, vi proibisco di berci sopra Cocacola. Quindi, acqua. Se invece avete la possibilità di sbevazzare qualcosa di serio, consiglio un bianco bello fresco, magari un Gewurztraminer.
Il vino è un dono d’Iddio, ma va bevuto con molta moderazione.
Tra tutti i piatti che ho presentato, probabilmente questo è quello con l’impatto anale più innocuo. E’ vero che c’è l’avvocato che è un frutto molto grasso, ma è pur sempre un frutto; riso, piselli, quattro gamberetti…il resto è tutto leggero leggero. Se lo mangiate in pausa pranzo, nel pomeriggio sarete belli produttivi.
Io non posso essere produttivo senza sapere cosa me ne faccio del mezzo avocado avanzato! Ehi, che fai con quel minipimer? Gulp! Gasp! Aiut!
(finale splatter)