L’ultima volta che son stato in Russia, sulla via dell’andata ho fatto scalo a Riga. Ho ridacchiato per un’oretta per la rima, poi mi sono avviato al controllo passaporti, dove un solerte funzionario mi ha tenuto per un bel po’. Mi son cagato un po’ addosso, perché ha controllato il mio passaporto per parecchio tempo con una lente d’ingrandimento cercando qualcosa che non andasse. Ero preoccupato, perché se il tizio della dogana lettone ti dice che il tuo passaporto non è buono (e ovviamente era validissimo), hai voglia trovare qualcuno per far valere le tue ragioni! A un certo punto mi ha chiesto in un inglese stentato se avevo un altro documento. Io, sorpreso, ho preso la mia carta d’identità italiana e gliel’ho data. L’ha controllata, ha rimuginato ancora un po’ e alla fine, con aria un po’ scazzata, mi ha fatto passare.
La settimana scorsa (quindi due mesi dopo!), mentre correvo, ho realizzato all’improvviso che voleva dei soldi, e si aspettava che nel secondo documento ci fosse dentro la mancia.
Luca XX, impermeabile alla corruzione, ma perché non ci arriva.