Ho ricevuto la mia prima visita dal futuristico e nuovissimo motore di ricerca di Microsoft, il tanto discusso Bing.
La ricerca era “donne che trompano” (sic).
Fakt: Google, Yahoo o Microsoft, certe cose non cambiano mai.
Non so quante volte ormai mi sia successo che, per caso, mi ritrovo a dire qualcosa come “Murai, lo sai?” o “Urca, che bello!” o “Hop hop hop somarello”, e vedo il mio interlocutore accendersi perché ha colto e sa di cosa sto parlando. Anche voi vi siete illuminati come una lampadina, vero? Si tratta di tre tracce contenute in una compilation uscita a metà anni ’80 chiamata “Bimbomix”, una di una serie. Per qualche oscura ragione, tra i diversi Bimbomix usciti questo mi risulta essere il più popolare: non so quante copie ne abbiano venduto, ma so che una quantità paurosa di persone sa dimostrarmi che “questa non è una canzone, è una moto” (chi volesse farlo nei commenti è libero, ma non cercate su Google, me ne accorgerei!), e dubito che la canzone di Zuzzurro e Gaspare fosse uscita in altre edizioni.
Quello che inoltre è curioso è l’assurdità con cui sono state messe insieme le canzoni, apparentamente senza ragionamenti di qualità, genere, o, soprattutto, di target. Non occorre essere dei genii per supporre che Bimbomix debba essere pensato per i bimbi, ma le cose non sono così ovvie. Osserviamo l’elenco delle tracce:
Ray Parker Jr. – Ghostbusters
Video Kids – Woodpeckers from Space
O’Bryan – The Never Ending Story [cover]
Jungle Boy – Tarzan Boy
Tibor Levay – Gypsy Boobie
Solution – La Ballata di Bo e Luke [cover]
Nadia – L’Incantevole Creamy [cover]
Zuzzurro e Gaspare – Ce l’ho qui la brioche
Andrea – I’m a Lover
I Trettré – Iammammare
Ricchi e Poveri – Made in Italy
Enrico Beruschi – Urca che bello
Al Bano e Romina Power – Magic Oh Magic
Paolo Barabani – Hop Hop Somarello
E’ assolutamente folle. Assistiamo a sigle di programmi televisivi (per di più come cover) , a canzonacce di comici del Drive In (oltre a quella di Zuzzurro e Gaspare ci sono Enrico Beruschi e i mortali Trettré), al pop italiano stile sanremese (Al Bano e Romina Power o i Ricchi e Poveri) e poi un po’ di sano pop anni ’80, sia in guisa di canzoni che in qualche modo sono arrivate fin oggi (Ghostbusters, Tarzan Boy, Woodpecker from space) sia in guida di pezzi invece assolutamente dimenticati (I’m a Lover, Gypsy Boobie). Come se non bastasse, completa il tutto un’oscura canzone probabilmente di derivazione scoutistico-ciellina, che ci racconta quanto è bello essere un asino che porta in giro Gesù.
Eppure Bimbomix, magari anche grazie al bombardamento pubblicitario con le animazioni (a naso, ripensandole, erano di Manuli) è stato popolarissimo. Cosa ci insegna tutto questo? Semplice:
Fakt 3: Non esiste alcuna logica nel successo di un disco
Quando vado a fare la spesa al supermercato mi capita talvolta di trovare i carrelli, riposti nell’apposito spazio, in una particolare configurazione. Succede infatti che, se ci sono più file di carrelli, tutti i carrelli siano stati presi da una sola o, viceversa, che siano stati presi da tutte tranne che da una. Beh, di solito le file sono solo due, quindi i due casi coincidono.
Risulta comunque che c’è almeno una fila di carrelli piena, di fronte a una o più quasi vuote. In questi casi, per me è inevitabile fare il Bastian Contrario, pensare “Che diamine, non voglio mica fare come tutti gli altri che seguono le mode!” e, con sicumera, andare a prendere il carrello nella fila piena. Regolarmente, il primo carrello di tale fila ha qualcosa che non va: magari ha una ruota rotta, o è sporco o, nel caso più comune, il congegno dove mettere la moneta è difettoso e non si sblocca. Quindi, con le pive nel sacco, torno nel gregge e prendo il carrello dalla fila quasi vuota, inveendo: la mia facoltà di scelta è stata violata.
Fakt 2: I supermercati promettono libertà e poi non la danno
Inauguro una nuova categoria, audacemente battezzata Fakts. Il concetto è opposto a quello della storica categoria Aneddoti inconcludenti giacché a loro differenza i post di essa si focalizzeranno su eventi minori che però mi hanno insegnato qualcosa. La cifra di questa nuova sezione è, infatti, avere imparato qualcosa di nuovo; ogni articolo, quindi sarà composto della narrazione di un evento e del “fakt” che ne consegue, ovvero la nozione che riassume quello che ho imparato. Quasi sempre sarà qualcosa di ovvio ma che, nel pieno spirito pinguinesco, non avevo ancora realizzato: i più astuti avranno già intuito che tutto ciò non è che un omaggio/citazione/plagio del famoso cortometraggio animato Harvey Krumpet. Per sua natura, la maggior parte degli articoli verteranno su eventi recenti, ma è probabile che anche qua comparirà ogni tanto il Piccolo Luca.
Evento: ieri mattina, domenica 14 dicembre, sono andato a farmi una corsetta al Porto Antico di Genova. Il tempo era brutto, ma ormai, visto che è un mese e mezzo che piove quasi ininterrottamente, mi sono rodato a correre anche sotto la pioggia invernale. Il problema è che, a un certo punto, tra tuoni e lampi, la pioggia sempre più battente si è trasformata in grandine, in quantità tale che si è formato uno strato per terra che scrocchiava sotto i miei passi.
Fakt 1: la grandine è molto fredda e fa assai male quando ti cade addosso.