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Misteri della vita XXII

(silly and nerd)
Per chi studia programmazione in C alle superiori, il voto 6– equivale a 5?

Misteri della vita XXI

Che razza di sapore aveva (ha?) il gelato al gusto puffo?
E i bambini che lo mangiavano (rischiando l’acetone, come voleva la leggenda metropolitana ai tempi) erano consapevoli di tifare implicitamente per Gargamella gustando la crema azzurrina?

Misteri della vita XX

Giorno imprecisato in un luogo sconosciuto, nei dintorni di una grande città.
Un essere umano, forse un bambino, gira nel negozio di mobili svedesi in kit da montaggio. Gli scappa la pipì, ma non trova una toilette. All’improvviso, ne scorge una tra i mobili in esposizione. I libri sugli scaffali sono veri (seppure in svedese), le televisioni funzionano, sulle poltrone ci si può sedere. È quindi ovvio che anche i bagni siano perfettamente funzionanti. Efficienza scandinava!
C’è poca gente in giro, se faccio in fretta me la cavo, pensa il futuro mingitore. Dopo il misfatto, si allontana fischiettando la canzone dei puffi.
Nello stesso luogo, qualche ora dopo, una signora delle pulizie piange. Il giorno dopo, sui water nelle esposizioni Ikea di tutto il mondo è stesa una pellicola di plastica che avverte che i sanitari non sono utilizzabili.

Sarà accaduto veramente? O gli svedesi sono così bravi nel prevenire l’imbecillità umana?

Misteri della vita XIX

Tra tutte le creature dannose o inutili che il Signore Iddio ha creato il terzo giorno, spicca l’olmo. Che razza di albero è? A cosa serve, se non a fare un po’ d’ombra (bella forza, la sa fare anche un dolmen!)? Non fa frutti, non si usa il suo legno, non è nemmeno decorativo. Abbattiamo tutti gli olmi e sostituiamoli con alberi di polpette!

Per i covisti: sì, lo so che è stata pubblicata in precedenza altrove. Ma la paternità è mia e me la tengo, ecco.
-Vanne fiero, imbecille!

Misteri della vita XVIII

Perché gli impiegati, soprattutto quelli milanesi, hanno una tale ossessione nell’offrirsi il caffé a vicenda?
Prendo per il colletto (bianco) un povero impiegato che passa di lì:
– Sveglia! Siamo tutti dei morti di fame, lo sappiamo benissimo, e non dimostrerai di essere un gran signore con quei pidocchiosi 25 centesimi che spendi alla macchinetta che produce quell’orribile brodaglia industriale che ci ostiniamo a chiamare caffé! Se vuoi passare per prodigo, offrimi una cena al ristorante, e poi ne riparliamo. Quindi, basta con quest’orribile pantomima, ognuno paga il suo "caffé" e amici come prima. E non fare quella faccia offesa o ti prendo a sberle!

Misteri della vita XVII
Italia, 1983. Esce l’attesissimo terzo film della trilogia di Guerre Stellari, "Il ritorno dello Jedi".
Esaminiamo questo titolo: non vi suona strano? Probabilmente no. Eppure le regole della grammatica italiana sono chiare: l’articolo "lo" viene usato prima della "z", della "s" impura e di qualche altro suono come "gn" o "ps". Ma non di fronte ad una sillaba che si pronuncia "ge": sarebbe infatti corretto dire "Il ritorno del Jedi".
Si può sapere perché di questa deviazione? Ipotesi: il primo traduttore pensava che si leggesse "iedi", e ci si è adeguati. Il problema è che ora questa dicitura è radicatissima, tanto che nessuno nota la stortura. Io stesso non l’ho spinguinato da solo, mi è stato fatto notare dal buon Gianluca K.

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