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Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
L’angolo dell’igiene

Spinguinamento fresco fresco. Mi è capitato di pensare al processo che avviene quando ci si reca al cesso:

C’è un baco dal punto di vista igienico, e non è molto evidente. Voi siete svegli e l’avete già trovato, ma io ci sono arrivato solo oggi: sì, il rubinetto. Lo stesso rubinetto che hai toccato con le mani contaminate da un sacco di liquami (fai anche un po’ schifo, eh!) viene di nuovo toccato quando lo chiudi, quindi re-esponendoti a virus, batteri, microbi e pure bacilli. Forse, pensandoci adesso, è questa la ragione per cui diversi bagni pubblici usano le fotocellule o l’azionamento dell’acqua a “pedale” (io ero convinto che fosse un modo per evitare sprechi di acqua!), ma comunque sono ancora l’eccezione, non la regola.

Per concludere: non c’è speranza. Moriremo tutti di malattie orribili.

Un uomo difettoso

Sono stato fatto proprio male, ahimé.

Quando sento la sirena di un’ambulanza, non riesco mai a capire da dove venga, nonostante l’effetto Doppler, e mi guardo intorno come un imbecille.

Non sono mai stato in grado di toccarmi le punte dei piedi senza piegare le ginocchia. Sono più legato di un salame, e sempre lo sarò.

Sono assolutamente incapace di capire quali sono i parametri estetici in base a cui giudicare un paio di scarpe. Ogni acquisto è per me un dramma, e finisce quindi che lo rimando finché non è assolutamente necessario.

Al mattino presto, non sono in grado di capire se il cielo è sereno o nuvoloso. La cosa ha ripercussioni pratiche di non trascurabile importanza.

Quando cambia l’ora da legale a solare o viceversa, non riesco mai a rispondere alla domanda “Ieri, quando il sole era alto così, che ora era?”. Lo so che è semplice, ma ho un blocco mentale su questo problema. Ora che ci penso, ho un sacco di blocchi mentali. Sono proprio tardo.

Ci ho provato millemila volte, ma il risotto proprio non mi viene. Lo faccio attaccato, crudo, colloso e insapore. Ho deciso di rinunciarci e di dedicarmi a piatti che mi vengono meglio. Il risotto me lo fa la mamma.

Credo di aver imparato male a fare il nodo alle scarpe, perché mi si slacciano sempre. Solo un tre-quattro anni fa, sotto consiglio di una mia amica, ho scoperto che il doppio nodo funziona. Da allora, doppio nodo per tutti, e crepi l’avarizia!

Non sono mai riuscito a vedere uno stereogramma. Per fortuna sono passati di moda da oltre un decennio (anzi, magari li avevate pure dimenticati!), ma c’è stato un periodo in cui tutti mi dicevano “Dai, concentrati! E’ facile ed è ganzissimo!”. So che alcune persone sono “cieche” nei confronti di questi affari, e mi cullo nell’idea di essere tale. In realtà, è più probabile che sia troppo stolido per capire come funzionano.

Non riesco a piantare un chiodo diritto, il che la dice lunga nella mia abilità nei “lavoretti di casa”. Almeno, a differenza di Homer Simpson, non ho un garage pieno di attrezzi da bricolage.

Non ho allergie a me note, ma sternutisco sempre quando mangio una cingomma o del cioccolato fondente. Per quanto riguarda quest’ultimo, la teoria di mia nonna era che “ti piace talmente tanto che starnutisci”.  Anche senza inoltrarci in disquisizioni fisiologiche sul godimento e gli sternuti, il cioccolato al latte mi piace di più e invece non mi fa sternutire. Come la mettiamo?

Sono mediamente piuttosto rapido in bagno, ma mi risulta impossibile sbrigarmi a fare la doccia oltre un certo livello. La doccia richiede il suo tempo, che diamine!

(Beh, se questo è il peggio che posso offrire in fondo non sono tanto male! )

(Questo me lo dico da solo perché nei commenti nessuno oserà dirlo, per paura di sembrare troppo buono)

Il Piccolo Luca vi spiega il Credo

Parte del catechismo che ho ricevuto da piccolo consisteva nell’imparare a memoria le preghiere, e tra tutte le preghiere la più difficile era il Credo (che poi una preghiera non è, ma tralasciamo). Non è difficile immaginare perché: senza basi di teologia, si tratta di una sequenza di nozioni perlopiù incomprensibili da buttare a mente senza pietà. Ciononostante, io cercavo di capirci qualcosa lo stesso, e nel seguito di questo articolo verrà esposta l’analisi del Credo come la pensava il Piccolo Luca. Attenzione, non quello che credo che potrebbe pensare, ma quello che mi ricordo che lui pensasse. Se la cosa vi pare blasfema, beh, prendetela coi miei catechisti che non ci hanno nemmeno provato a spiegarmi il Credo! (Tra parentesi, se vi va sputtanate pure il Piccolo Luca, lo so che ogni singola parola di questa professione di fede è stata studiata nel Consiglio di Nicea e gronda del sangue delle eresie, ma siete proprio cattivi a prendere in giro un bambino!)

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili.

Ok, che ci sia un Dio, sia unico e onnipotente va bene. Ma perché del “cielo e della terra”? Non ho capito, perché allora non elenchiamo  le montagne, i mari, i fiumi? E poi cosa diamine vuol dire “visibili e invisibili”? Ovvio che è così! L’Uomo Invisibile è stato creato, mi pare ovvio, perché bisogna specificarlo a parte?

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli:

“Prima di tutti i secoli” è ganzissimo. Dà l’idea di qualcosa di taaaaanto tempo fa, ma non si poteva dire, che so “un sacco di tempo fa?” Perché complicarsi la vita?

Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero,

Questa parte è assolutamente incomprensibile (a dire il vero, lo è anche tuttora per il Grande Luca). Dio da Dio, boh, Dio è nato da Dio? Vabbè, prendiamola per buona, è uno di quei misteri che non si capiscono tanto bene, ma la religione si sa che funziona così. Luce da luce. Uhm, qui è più dura. Se accendo la luce, viene la luce, ok, ma dubito che vogliano dirci questo. Dio vero da Dio vero. Ok, ci rinuncio.

generato, non creato, della stessa sostanza del Padre;

Questa era la mia frase preferita. Ignorando cosa fosse la “sostanza del Padre”, mi immaginavo uno scienziato che sollevava una provetta ed esclamava: “Eureka! Ce l’ho fatta! Ho distillato la sostanza del Padre!”. Sì, non ha senso. Ma fa ridere.

per mezzo di Lui tutte le cose sono state create.

Ok, ma non l’avevi già detto?

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre.

Ah, vabbè, il riassunto del Vangelo. Ok, questo è facile da ricordare. Ma era proprio necessario citare quello sfigato di Ponzio Pilato, con tutte le cose che succedono nei Vangeli? Non poteva dire, tipo, “Fu crocifisso per noi e gli diedero da bere l’aceto”? E poi, perché l’inciso “secondo le Scritture” è riservato alla parte della resurrezione? Cioè, anche i sassi sanno che è il momento più importante, ma anche il resto è nelle Scritture!

E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine.

Su questa frase, nulla da eccepire. Mi piaceva l’immagine di Gesù che torna fico come non mai e giudica i vivi e i morti.

Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio.

Un attimo, ma il Signore non era quell’altro? E cosa piripacchio vuol dire “procede dal Padre e dal Figlio”? Che viene prima?

Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti.

Ma i profeti son venuti prima di Gesù! E la parte con la sua storia l’hai già fatta! Perché ne parli adesso?

Credo nella Chiesa, una, santa, cattolica, e apostolica.

Sfuggendomi la virgola tra “una” e “santa” , io credevo di dichiarare di credere in “una santa”, perdipiù “cattolica e apostolica”. Quale santa non lo dice: Santa Chiara, Santa Luisa, Santa Margherita? E poi cattolica ok, siamo cattolici (anche se non so cosa vuol dire), ma “apostolica”? Tra gli apostoli non c’erano donne! Sono confuso…

Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati.

E quante volte vuoi essere battezzato?

Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.

Non abbiamo già parlato prima della fine del mondo?

Amen.

Fiuu, è finita anche per stavolta.

Mestieri buffi: il contabile finito

Sfogliando gli annunci di lavoro, mi capita abbastanza spesso di trovare qualcuno che cerca un contabile finito. Mi immagino la scena del colloquio di lavoro.

Prima arriva un contabile con qualche speranza. Prende posto allegro e con entusiasmo racconta di tutte le sue esperienze e di tutti i suoi sogni per il futuro. Il severo interlocutore lo inquadra subito, gli fa qualche domanda per cortesia ma è abbastanza rapido nel concludere con un “le faremo sapere” che non lascerebbe spiragli a nessuno. Ma non al nostro candidato, che però paradossalmente non vuole nessuno.

Poi tocca a un contabile incompleto.  Ha un braccio solo, metà della testa, la gamba sinistra dal’attaccatura al ginocchio e quella destra dal ginocchio al piede. Purtroppo la metà della testa che ha non comprende la bocca, e il suo unico braccio non è quello con cui sa scrivere, quindi l’intervista si svolge tra l’imbarazzo degli astanti. Ci si capisce un pochino a gesti, ma il contabile incompleto capisce abbastanza in fretta che il posto non è suo. Se ne va, e la segretaria si subisce una sfuriata per la situazione difficile in cui ha messo i suoi capi.

Infine è il turno del contabile illimitato. Ci mette un bel po’ a entrare nella stanza e a sedersi (un tempo infinito, a dire il vero) e subito l’intervistatore, scrutando il suo curriculum, scuote la testa e lo rimprovera: “Mi pareva che l’annuncio fosse chiaro! Lei ci ha fatto perdere un sacco di tempo!”. Il contabile illimitato se ne fa infinitamente mogio.

E dopo tutti arriva Silvano di Camera Café.  E lui viene assunto.

Gomitario scolastico

Le lezioni a scuola possono essere noiose, anzi, nella maggior parte dei casi lo sono. Per fortuna, i programmi ministeriali comprendono un insieme di parole, di nomi o di espressioni con un retrogusto scatologico o sessuale che, in quanto tali, possono rallegrare le mattinate degli studentelli sfaticati. Non è difficile figurarseli, ad esempio, mentre si danno di gomito per le seguenti espressioni:

Stronzio: sia benedetta la città scozzese di Strontian, che tanta gioia ha portato nelle lezioni di chimica!

Teano: Garibaldi non si è accontentato di avere una moglie che si chiamava Anita, ha anche dovuto incontrarsi col re proprio a Teano! Quell’uomo doveva avere a cuore gli scolari…

Glucagone: l’insulina un pochino è buffa, perché ricorda “isola”, ma nulla a confronto col suo nemico glucagone. “Ehi, ha detto cagone!”

Lago Titicaca: questo è un grande classico, citato persino nelle commediacce italiane anni ’70 (mi pare faccia parte dell’esame di Pierino in “Pierino colpisce ancora”). Nulla da eccepire al simpaticissimo lago sudamericano.

Scazonte: almeno in ogni classe c’è un fesso che fa la battuta sul fatto che lo scazonte è un rinoceronte che si arrabbia facilmente. Nella mia classe, ovviamente quel fesso ero io.

Salamina: il potere comico della battaglia di Salamina ovviamente deriva dalla forma fallica del salame. Se fosse stata la battaglia di Prosciuttina avremmo riso di meno.

Pompeo: un po’ più debole, ma il richiamo alla gustosa parola “pompa” non manca di suscitare qualche risatina.

Gualdrappa: questo mi è stato suggerito, e in effetti personalmente mi manca, ma un po’ per il fatto che richiama “baldracca” e un po’ perché è una parola buffa, sono certo che qualche gomitino l’ha suscitato da qualche parte.

Micerino: il motivo per cui lo studio degli egiziani è spassoso deriva da Cheope, Chefren (i due fighi) e Micerino (lo sfigato). Micerino doveva avercelo davvero piccolo. Ma non quanto…

Pipino il Breve: probabilmente il mio preferito della lista. Non solo si chiama Pipino, ma è anche il Breve. E ha dato origine alla dinastia dei Pipinidi! Quell’uomo è stato l’idolo di generazioni di studenti già a partire da Carlo Magno (che era un pipinide, ma non ce l’aveva corto).

Machu Picchu: un po’ più personale, probabilmente, giacché “piciu” ai miei tempi nei miei luoghi significava un po’ “minchione”. Machu Picchu, quindi, suonava come “molto minchione”, il che innegabilmente fa ridere.

Una lista parallela è di quelle parole che suonano come parole utilizzate comunemente nella sfera sessuale, ma che vogliono dire un’altra cosa (anche se spesso il significato è lo stesso, solamente traslato). Ad esempio:

Vagina, nel senso di fodero della spada.

Pompe, intese come pompe idrauliche.

Bocchino, quando si parla di clarinetti.

Meno spasso, ma ci si accontenta. Infine, la trattazione del gomitario si completa con oggetti di argomenti direttamente buffi, come Dante che dice “merda” o  i quadri con le donne nude o  le sculture col pisello (come il David). Questa sezione, però, è inevitabilmente meno divertente.

E ora, da bravi, smettetela di fare le persone mature e integrate questa lista. Tirate fuori quei gomiti!

Aggiunge il mio pubblico immaturo:

Stilicone (Cementino): pare sia un oscuro generale di qualcosa, io non l’avevo mai sentito, ma io non ho mica fatto il classico. Però fa ridere perché è un incrocio tra Stiticone e Silicone (che ha a che fare con le tette).

Putipù (MCP): non solo il nome è innegabilmente buffo, non solo ha una sequenza di sinonimi ancor più buffi, ma l’atto di mimare l’esecuzione di un brano su di esso porta alla consunzione dei gomiti degli studenti.

Troia (mia sorella): vedete? avete subito fatto un’associazione tra le due parole precedenti! Come siete immaturi! E un po’ di rispetto, diamine!

Trombe di Falloppio (Golosino) : anche Trombe di Eustachio, ma di meno perché le orecchie fanno meno ridere dell’apparato genitale femminile. L’idea di avere delle trombe nel proprio corpo è buffissima.

Carlo il Grosso e Carlo il Calvo nonché Berta dai grandi piedi (MCP e Deedrew): non è incredibile come la dinastia dei Pipinidi sia foriera di ilarità? Non è possibile che sia un caso!

Giuliano l’ Apostata (MCP): forse un po’ più sottile perché i problemi “all’apostata” non sono cose che interessano i sedicenni, ma degno di menzione.

Farinata degli Uberti (Kotekino): come suggerisce il nostro prode salume, chi non ha mai sognato di aprire una trattoria genovese chiamata “Uberti” per poter offrire la farinata?

Paolo Uccello (XX) : il re delle ore di disegno, colui che ha reso gaio lo studio della storia dell’arte. Un minuto di raccoglimento per Paolo Cazz…ehm, Uccello.

Giovanni Verga (Serir) : non solo ci ha i lupini, ma il nostro autore ha anche un nome fallico! Un applauso a Giovanni Cazz…ehm, Verga!

Folcacchiero de Folcacchieri (MCP): hanno un bel dire che è un minore, se ha un nome così memorabile!

Pomponazzi (M2): anche le ore di filosofia non sono immuni dallo spasso, grazie al divo Pietro Pomponazzi!

Castruccio Castracani e Cangrande della Scala (M2): il potere gomitario di questi due è notevolmente aumentato se citati in coppia. E pensare che c’è chi dice che la Commedia è noiosa…

Multivibratore  astabile (Lapo): oscura configurazione dell’oscuro chip NE555, si distingue per la buffità dell’aggettivo “astabile”.

Le immagini misteriose

Perbacco, una novità da queste parti! Come i miei lettori più attenti sanno già, vorrei introdurre una classificazione per i Misteri della Vita in base al fatto che siano stati risolti o meno, attraverso delle immaginine. Le proposte di tali figure sono opera del mio fido sidekick Golosino, e sono le seguenti.

aperto-black-grande.png

Aperto: il mistero è ancora tale; o è fresco fresco, o magari c’è stata un po’ di discussione, ma nessuno ha proposto una soluzione sensata. Il senso dell’immagine, ovviamente, è dato dal paracadute aperto. Per la cronaca l’idea originale di Golosino era un elefante col paracadute; io ho ribattuto proponendo una mucca ruminante dall’aspetto poco furbo, in modo da far capire che i miei lettori son mica tanto svegli se non hanno ancora risolto un tubo. Alla fine, siamo giunti a un compromesso, con una mucca con il paracadute. Sì, tutto questo non ha senso, ma almeno l’immagine fa ridere.
Un esempio di Mistero aperto a oggi è il XXXIII, quello sui dischi volanti.
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in-dubbio-black-grande.png

In dubbio: il mistero è stato affrontato ed è stata formulata qualche ipotesi che potrebbe anche essere corretta, ma non abbastanza convincente  da dichiarare la questione chiusa.
L’immagine non mostra un tappeto di castoro come i più stolti potrebbero pensare, ma bensì un ornitorinco, che è dubbio perché è mezzo mammifero e mezzo qualcos’altro. Io volevo che ci fosse qualche punto interrogativo, ma Golosino non torna mai suoi passi.
Un esempio di Mistero in dubbio a oggi è il LXVIII: Arachnophobia

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risolto-black-grande.pngRisolto: ovviamente, un mistero è risolto quando è stata fornita una spiegazione valida al di là di ogni ragionevole dubbio. E’ la situazione verso la quale tutti i misteri che propongo dovrebbero tendere, razza di sfaticati, e invece ce ne sono ancora aperti perché non lavorate abbastanza (o, viceversa, perché lavorate troppo).  L’immagine non ha assolutamente alcun senso, ma è talmente bufa che ne sono fierissimo.
Un mistero risolto brillantemente è lo XCII: Il bugzum di Tappu

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cazzata-black-grande.png

Cazzata: infine, c’è anche da coprire il caso in cui il mistero non sia realmente tale, ma piuttosto una boutade che ho sparato per sprecare un po’ di banda. Per questo scopo, non esiste un’immagine più adatta del grande classico rappresentato da una scimmia che tira la cacca. Per chi si chiedesse che tipo di scimmia sia, si tratta della Scimmia dei misteri: vive sugli alberi, risolve i misteri di questo sito, e tira la cacca ai passanti.
Un esempio di questa categoria potrebbe essere il mistero XCI: ping-pong a či fico-pong

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