Ecco una foto presa stamane dalla Cappelletta, accanto al porto di Alassio:
La vedete quella macchia verde? Non è muffa, ma è Crystal Ball cristallizzato. E’ lì letteralmente da decenni, e ho il sospetto che potrei essere stato io a sporcare la roccia, ma ho il dubbio di confondermi con un’analoga macchia che è rimasta “solo” per vent’anni accanto alla porta di casa di mia nonna, di cui sono invece sicuramente responsabile. Poi la casa è stata demolita, ed è stato l’unico modo per disfarsi del Crystal Ball. Suppongo che togliere l’analogo residuo verde, dovremo demolire la Cappelletta.
E quindi ogni volta che, finita la corsa, faccio stretching lì e mi cade l’occhio sulla nefasta sostanza , penso alla classica pubblicità che cito nel titolo, e ridacchio.
Di recente ho provato a usare il dentifricio Emoform, perché a) è rosa b) zio Nino, che era un dentista, diceva di usare quello.
Zio Nino è morto nel 1987 e magari da allora i dentifrici hanno fatto passi da gigante e non è più vero quello che diceva, ma a me, da piccolo, colpiva il fatto che il miglior dentifricio fosse l’unico, e dico l’unico, con un sapore sgradevole. Riassaggiandolo, devo dire che proprio cattivo non è, ha un amarognolo curioso, ma comunque vira decisamente verso il medicinale. E mi è balenato il sospetto che fosse indicato come dentifricio migliore non in quanto veramente migliore, ma perché appunto si porta dietro della sofferenza ed è scevro dal senso di colpa di usare qualcosa di gradevole. Un dentifricio cattolico, appunto: parente, se vogliamo, della convinzione che “l’alcool che brucia disinfetta meglio” (che chissà quante infezioni ha causato!).
Però è un dentifricio rosa e almeno finché non trovo il Mentadent Sensitive (che non è facile da reperire) continuerò a usarlo. Ho detto.
Breve lista incompleta di cose a cui non posso proprio resistere
Calpestare le foglie secche per terra in autunno per sentire il “croc!”. O meglio, calibrare i miei passi per calpestare le foglie che sembrano più scrocchiarelle.
Fare le boccacce davanti allo specchio, perlomeno quando son da solo. Ma in ascensore in un paio di occasioni l’ho scampata bella quando si sono aperte le porte!
Mangiare un pezzo di focaccia quando la compro calda, anche se ho intenzione di tenerla per dopo o addirittura di surgelarla per la colazione.
Guardare nel fazzoletto dopo essermi soffiato il naso. Bleah, sì, ce ne faremo una ragione.
Dire ad alta voce “whooosh!” quando sorpasso qualcuno in motoretta. Sì, immaginate un fesso che scorrazza in motoretta e sottolinea ad alta voce ogni sua prodezza.
Chiamare, in ambito informatico, “servizietto” qualunque cosa sia un “service” (quindi un web service o un service di Windows). Questa è contagiosa: nel mio ufficio, anche nelle riunioni più serie ormai si parla di servizietti. E così passerò alla storia.
E’ passato più tempo che da Terminator a Terminator II, ma il sequel di questo è arrivato! Gioite!
(Regole: si cambia una sola lettera da un titolo e si rielabora la trama)
Granma
Una nonna cambia sesso ogni volta che si leva la dentiera
Cocchi di gatto
Tre ladre bellissime scappano sempre dal luogo del misfatto con un calesse trainato dai felini
Due Cantagenitori
La storia della piccola Ylenia e delle ragioni che l’hanno portata a scappare dai due molesti genitori canterini
Hello Spunk!
Una ragazza saluta sempre con gioia le eiaculazioni dei suoi numerosi partner
Cara, dolce Kyoto
Atto d’amore verso la vecchia capitale del giappone, lungo 96 puntate. Du’ palle.
Teenage Mutant Ninja Turdles
avventure di quattro merde addestrate a combattere da un topo di fogna
Lazy Oscar
La bella erede dalla famiglia de Jarjayes vince un ambito premio cinematrografico senza manco sbattersi troppo
Bora e mon
A Trieste, c’è vento e c’è figa.
I gotti di Chattanooga
Nel Tennesse, sotto il sole che ti spacca in quattro, è raro vedere un bicchiere pieno a lungo.
Dopaeom
Gatto atleta venuto dallo spazio fa ricorso a steroidi e viene squalificato alle Astrolimpiadi
E’ quasi ragia Johnny
Un giovane esper giapponese usa i suoi poteri per pulire i pennelli, con esiti alterni.
Porro
Nelle polverose cittadine del Messico, un vendicatore mascherato assicura giustizia. Egli è come la cipolla, ma più delicato.
Orange Toad
Un ragazzo, dopo aver leccato un rospo arancione dell’amazzonia, crede di sviluppare poteri magici e di essere al centro di un triangolo amoroso, ma è tutto un suo viaggio.
Magica magica eri
…e ora non lo sei più!
Forza con quella chitarra! Sta iniziando l’intervallo! Plin, plinplinplin!
Signori, era anni che aspettavate! Le foto di Sassello sotto la Nevicata del Secolo.
E dov’è il calcinculo, per Plutone?
Si sappia che qua ho imparato cosa diamine è un “blocco”.
Il tirotto di patate è la vera delizia di Sassello, altro che gli amaretti!
In questo campo c’è stata l’unica prodezza sportiva della mia esistenza. Ne ho già parlato?
Eccoci quasi a casa…
Il fotografo si scusa di non aver fotografato più da vicino, ma la strada era impercorribile. Ma io so che tutti i lettori sono lieti di poter finalmente visualizzare il contesto dei miei racconti…vero?
Sulla sinistra, la fontanella. Non la vedete? E’ lì, sotto un metro di neve.
Questo campo è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il pickup è del Sindaco dell’Unesco.
E ancora un enorme grazie a Marco P. per le foto, e non solo per quelle
Oggi fa freddo in tutta Italia. Ma, in particolare, fa freddo in un paese ben noto ai miei lettori. Guardate qui l’apertura del Secolo XIX:
No. Non a Monza, siete scemi? E nemmeno a Savona. Ad Albisola? Quasi… sì, ieri a Sassello c’erano -22°. Il trattore di Baciccia non parte, e il ciliegio sotto casa di Arturo si è spaccato dal freddo. Le mucche nelle stalle muggiscono dal freddo, nemmeno stando vicine riescono a scladarsi. Il Rio Sbruggia si è ghiacciato, e i gamberi di fiume che lo popolano sono surgelati, pronti per finire in tavola o per un gustoso ghiacciolo. La gente mangia i gelati di Gina per riscaldarsi, e il calcinculo ai giardinetti, venuto a gennaio per l’occasione, regala il vin brulé a chi prende il fiocco invece del solito giro gratis. Ma un gruppo di ragazzini, nella remota frazione del Piano, non si scoraggia e gioca lo stesso a nascondino e a pallone tutto il giorno, fermandosi solo per far merenda e guardare i cartoni in TV.
La mia memoria è cristallizzata come se a Sassello ci fossero -22° ininterrottamente da trent’anni.
(un grazie a Sk. per lo spunto)