L’episodio di poco tempo fa del dentifricio mi ha spinto a riflettere su come la consapevolezza del mondo influenzi la nostra vita. Trovo affascinante il fatto che il flusso di informazioni che ci circonda sia sostenibile solamente in virtù del fatto che impariamo ad ignorarlo. Quando iniziamo a porre attenzione a tutti i dettagli rischiamo di impazzire, esattamente come in una situazione di apparente silenzio ci concentriamo per sentire i rumori e ne scopriamo tanti che di solito non sentiamo. Ovviamente, io ci provo ed è per me una discreta fonte di nevrosi.
Si consideri la seguente citazione dai Peanuts di Charles Schulz. È Linus che parla.
Sono consapevole della mia lingua… è una sensazione terribile! Ogni tanto m’accorgo di avere in bocca una lingua, poi mi sembra d’averla ingoiata…Non posso farci niente…Non posso scacciare la sensazione…Comincio a pensare dove sarebbe la mia lingua se io non la pensassi e poi comincio a sentirla premere contro i denti…
Ora fatelo anche voi. Concentratevi sulla vostra lingua. L’avete in bocca e non ve ne eravate mai resi conto! Cos’è quel corpo estraneo dentro di voi che vi dà tanto fastidio?[1] Vi siete spinguinati la lingua, e d’ora in poi la vostra vita non sarà mai più la stessa. Vi sembra terribile? Beh, a me capita spesso. Intorno al 1996 ho passato diverse settimane respirando male poiché, quasi casualmente, un giorno ho provato a controllare il respiro, e per parecchio tempo ho stentato a lasciar fare il loro lavoro ai movimenti involontari. In modo simile, attraverso a tratti qualche periodo in cui soffro di insonnia perché mi rendo consapevole delle fasi che attraverso per addormentarmi. Quando mi avvicino al sonno, l’attenzione che pongo al processo mi risveglia. Curiosamente esiste una striscia di Lupo Alberto che parla della stessa cosa: evidentemente, le mie nevrosi sono simili a quelle dei cartoonist. E infine, il tappo del dentifricio, per fortuna risolto.
Sono certo che, dal punto di vista neurologico, sia stato studiato in modo approfondito il rapporto tra i diversi sistemi nervosi, quello volontario e quello involontario, quindi certamente non scopro nulla di nuovo. Eppure, non riesco a vedere tutto questo dal punto di vista completamente negativo: in fondo è una conseguenza del mio approccio analitico all’esistenza, al piacere di smontare le cose per vedere come funzionano, nell’accorgermi di dettagli che do per scontati. La vita risulta così un pochino più chiara, ma anche più complicata. È lo scotto che pago: essere uno spinguinatore è un mestiere ingrato, e non viene nemmeno pagato.
[1] Niente battute, please. È un articolo abbastanza serio!