Dopo la mia scoperta di Teddy Bob dell’anno scorso, quest’anno a Lucca comics ho compiuto un altro passo nel recupero della storia del fumetto italiano, o meglio, nello studio dell’archeologia del fumetto italiano: ho recuperato un fumetto di paninari.
Non molti sanno che queste pubblicazioni sono stati uno dei più grandi successi degli anni ’80, arrivando a tirare oltre 150.000 copie (non molte di meno del Dylan Dog odierno!) e che la casa editrice responsabile del misfatto non è altro che la Edifumetto di Renzo Barbieri, nota per i pornazzi da… barbieri come il Lando e il Tromba e assai abile nel cogliere i fenomeni di costume per sfruttarli commercialmente.
L’albo che ho trovato è in realtà una raccolta, quelle costruite mettendo insieme le rese da edicola e tuttora piuttosto diffuse, e porta come titolo “Super Paninaro”. La raccolta è composta da due albi: un Paninaro vero (il numero 9, Settembre 1986) e una pubblicazione minore: Jeans, dedicata al mito del “giovane autostoppista giramondo con lo zaino sulle spalle”, a cui non dedicherò attenzione.
Concentriamoci sul Paninaro ortodosso: l’albo è composto da una sola storia, “Tamarri allo spray” e, come da tradizione dei Barbierazzi, ogni pagina è composta da due vignette, una sopra e una sotto. Testi di Cioz , disegni anonimi: l’attribuzione dei testi è una cosa piuttosto strana, ma dopo la lettura la cosa sorprende di meno, perché (quasi non ci credo che lo sto dicendo) il Paninaro è scritto piuttosto bene. L’impresa che Cioz (nome d’arte di Paolo Gherlardini, storico sceneggiatore della Edifumetto) è riuscito a compiere consiste nel sapiente dosaggio del tono: il lettore dei tempi, il paninaro decerebrato, godrà nel ritrovare il linguaggio dei suoi miti, le marche in bella evidenza, i riferimenti al Burghy e a Piazza San Babila; invece, il lettore scafato o semplicemente quello moderno (tra i milioni di difetti del mondo del 2007 non c’è quello della presenza dei paninari), leggendo tra le righe, noterà un lieve distacco, una sottile e bonaria ironia appena accennata nel presentare personaggi e situazioni. Il linguaggio, poi, non è altro che una parodia della parlata dei paninari ottenuta mediante iperboli; è così ricco, assurdo e improbabile da risultare ancora più spassoso del gergo di Teddy Bob. Si intuisce che l’autore ai tempi probabilmente pensava “Cosa mi tocca fare per campa’“, ma riusciva a nascondere la sua perplessità dietro la professionalità e l’esperienza di quindici anni come sceneggiatore.
Ma vediamo in dettaglio di cosa parla “Tamarri allo spray“. Avvertimento: racconto tutta la trama fino alla fine. Se pensate di non poter tollerare spoiler sui paninari, non leggete oltre. La storia è inizialmente ambientata a Varese, anzi a “Varese-city“, dove “i giusti di Corso Matteotti fanno le vasche“. Ma altrove “quaglia una brutta brodaglia“: ci sono i nemici dei paninari che scrivono sui muri scritte contro i nostri eroi: “Paninari di merda“, o “Panozzi (teschio) è già fatta“. I paninari, tra cui lo Zocca, il Bolivar e il Caudillo (soprannomi curiosi, molto poco anni ’80) decidono di fare qualcosa e si accordano: “Allora d’accordo“, “Tozzi per uno, uno per tozzi“, “L’unione fa le scorze“, “L’unesco fa la forza“, “Unire l’utile al delittuoso“. In questi dialoghi riecheggiano un po’ le figure retoriche (e l’imbecillità) di Teddy Bob.
La parola raggiunge il Ducetto, un “Sanbabila spiazzato per colpa di un trasferimento paterno” (da Milano a Varese?). Il Ducetto è rappresentato col la testa rasata, una sorta di skinhead paninaro, e, altra sorpresa, si rivelerà un personaggio negativo. Il Ducetto si traveste da tamarro e si infiltra tra i nemici, dove scopre che i tamarri “semplici” si stanno organizzando per rimpolpare i propri ranghi: “Metalli, darki, punki e cinesi sono tutti dalla nostra“. Si ricorderà dal Paninaro di Enzo Braschi al Drive In che i Paninari ce l’hanno con quelli che ascoltano musica “strana”.
Il Ducetto si rivela per quello che è, e, anche se gli altri si rivelano dubbiosi, decide per un “megablitz crematorio” perché “kerosene purifica, lo dice la parola stessa” (ma quale parola?). Uno dei tamarri si è lasciato sfuggire che suo padre ha una bancarella di libri, e il Ducetto, con qualche compare, va a bruciare proprio quella. Bruciare libri: certo che qui Cioz non si fa scrupoli nel presentare una mela marcia paninara.
Il giorno dopo la città è turbata, i paninari non si fanno vedere in giro e le sfitinzie capiscono che son loro in qualche modo i responsabili. Preoccupate, chiedono i rinforzi: “Faccio un ring alla mia amica milanese. E’ la sfitinzia di un vero gallo-di-dio!“.
Ed ecco che, a pagina 47, arriva finalmente l’eroe della storia: la storia non segue gli schemi narrativi più comuni. La scena si sposta a Milano, per la precisione al Castello Sforzesco. Qui, “Max, l’ipergallo più sting della lombard-country, fa lezione di paninosofia alla kid-generation“. Molto curioso questo discorso un po’ contraddittorio: prima fa un’apologia del denaro in piena comunione con l’epoca: “Lo scienziato, il poeta, il musicista possono essere grandissimi, ma se non hanno la zecca sono dei falliti. Se il successo non si traduce in denaro vuol dire che non era vero successo“. Ma al ragazzino che gli dice che lui soldi non ne ha, Max snocciola alcuni consigli per essere vestito con personalità senza spendere, concludendo con “Non ostentate ma non siate neanche umili…il coraggio prima di tutti e la massima onestà con se stessi…l’amido non fa il manico!“. L’impressione è di assistere ad una sorta di schizofrenia tra l’autore e il personaggio.
Max viene a sapere dalla ragazza sopracitata del problema di Varese e decide di occuparsene. Va a recuperare il suo amico Zippo e insieme decidono di coinvolgere Reganone, il cui “arterio è collaudatore di elicotteri all’Agusta“. Galli e sfitinzie milanesi partono alla volta di Varese (e diciamolo che quei provinciali sono proprio sfigati!).
Il loro piano geniale prevede di provocare entrambe le parti per farle convergere in un solo luogo, col metodo più naturale: i telegrammi. “Fai una bella cosa per la nazione: emigra! Firmato: i tazzorri di Varese” o “La cacca è meno stronza di te. Firmato: i panozzi di Matteotti’s Road“. E si arrabbiano, ovviamente: “Dito cane! Taragna vacca!”
Si giunge quindi al momento dello scontro finale: panozzi di Varese vs. tamarri. In uno spiazzo di periferia, all’ombra di cisternoni della Esso, i due gruppi si affrontano in sella a rombanti motociclette, come nella celebre scena di “Altrimenti ci arrabbiamo“. Le cose si mettono male, e le sfitinzie sono preoccupate: “E’ acida la story” “Non mi sessa niente bene“. Ma per fortuna arrivano i nostri: Max & c in elicottero, che, al grido di “Print, gente galla? Iper-print, giù la bomba!” (il Commodore 64 ha lasciato la sua impronta su quei ragazzi!) lasciano andare dell’olio su entrambi i gruppi. Max afferra un megafono e fa la sua predica: “A tutti voi, truzzi e mazzulatori! Aprite gli auricolari! E’ il Max che vi swatta…e quello che vi zozza è olio diesel nero come le vostre genze! Piantiamola di farci la guerra! Quella lasciamola ai cimelios, caterpillar e cadaveri tipo Gheddafi e Komeini, i megatarri dell’orbe terracqueo…” E tutto è bene quel che finisce bene.
Come si sarà intuito, la storia ha una sua piccola morale: i veri galli non usano la violenza, sono talmente fighi che non ne hanno bisogno. I paninari probabilmente sono stati il movimento più imbecille che la storia abbia mai prodotto: un gruppo persone che fa della superficialità e dell’apparenza una bandiera se non un credo forse non fa male a nessuno, ma certamente neanche del bene. In questa storia invece viene introdotta una sorta di etica che storicamente è estranea al “paninarismo”, etica che tuttavia risulta inquinata da un principio dal quale non si scappa: per essere galli ci vogliono i soldi. Se non hai l’amico con l’elicottero, il deus ex machina non arriva.
Ovviamente l’albo è ingenuo, la storia è forzata e poco plausibile, e i disegni sono di qualità bassa se non scadente. Solo la sceneggiatura salva la lettura della storia, che, comunque, risulta nel complesso frizzante e piacevole, soprattutto in virtù di quel particolare tono che lo scrittore è riuscuto ad escogitare. Però se avete tempo, c’è di meglio da leggere!
L’albo è completato da qualche rubrica, tra cui una classifica di tendenze. Da queste vengo a sapere che le seguenti mode sono nella categoria “troppo giusto” : l’orologio Timberland, le Scarpe Tod’s, il diario Paninaro (ovviamente pubblicato dalla stessa casa editrice) e “indossare le felpe a rovescio”. Quindi io, nel 1988, ero un Vero Paninaro, forse un pochino in ritardo.
Infine, ci tengo a citare il test “Ti sai divertire?“. L’albo che ho acquistato era usato e il suo proprietario ha fatto il test: è risultato essere un “Truzzolone di sighero“, il minimo possibile. Sarà per questo che ha rivenduto il fumetto: era un gino!
53 Comments »
Leave a comment
You must be logged in to post a comment.
I Paninari! Che ricordi.
Le scarpe Timberland, e le felpe Best-Company, gli astuccini Nay-Oleari. E i primi turbamenti ormonali vedendo le suddette felpe, quando indossate dalle compagiucce di scuola, gonfiarsi nei punti “giusti”.
Alle medie ricordo che avevo un amico che si definiva “paninaro”, non so come gli fosse venuta questa idea, dato che vivevamo in un paesino di 5000 anime nella piena campagna piemontese.
Miracoli di Faletti e delle tettone del Drive-In, suppongo.
Ripensandoci pero’, probabilmente il mio amico doveva essere un lettore de “Il paninaro”, almeno saltuario. Disegnava pure una striscia sul tema a scuola. :)
Comment di Skalda • 15 Febbraio 2007 11:14
chiedo conferma, dato che in quegli anni ero ancora bambino: i “cinesi” erano i comunisti, giusto?
Comment di golosino • 15 Febbraio 2007 11:29
Le felpe Best Company, però, nell’albo in mio possesso sono classificate come “troppo scarse”. La cosa mi ha stupito.
Dei cinesi non so, ma in effetti non è l’unica cosa che non ho capito del linguaggio. Se, come in Teddy Bob, ci fossero state le note sarebbe stata un’altra cosa!
Comment di xx • 15 Febbraio 2007 11:33
Ogni tanto medito di scrivere un racconto su quegli anni. Poi ci ripenso: non sono abbastanza gallo. Mitica la copertina del diario: very stylish.
Consiglio a tutti la visione di Italian Fast Food: http://www.imdb.com/title/tt0179905/
con Braschi protagonista, Vastano, i Trettre’, Pistarino, Susanna Messaggio e Anna Galliena (!)
Comment di MCP • 15 Febbraio 2007 21:24
Skalda: guarda che Faletti con i paninari non aveva nulla a che fare, per sua fortuna. Forse è per quello che oggi è ancora in giro, ed Enzo Braschi no. :-)
Comment di Kumagoro • 16 Febbraio 2007 10:38
Kuma: Faletti però faceva un personaggio che viveva in un paesino piemontese (almeno, credo: ho sempre avuto la convinzione che Passerano Marmorito fosse in Piemonte. Sbaglio?) e che era fissato coi giumbotti. Non stupisce che nella Terra dei Grissini Stirati ci fosse una sorta di identificazione.
MCP: è giusto che il periodo dei paninari non vada dimenticato. Italian Fast Food, Sposerò Simon Le Bon e la canzone dei Pet Shop Boys non bastano. Contribuisci anche tu a renderli immortali.
Comment di xx • 16 Febbraio 2007 10:48
Kuma: Io non guardavo “Il Drive-In”. :)
Però ricordavo vagamente quel personaggio di Faletti citato da XX. Anche se la guardia giurata “Vito Catozzo” mi e’ rimasta piu’ impressa.
MCP: scrivi, scrivi!
Comment di Skalda • 16 Febbraio 2007 15:39
Il personaggio di Faletti (il suo peggiore, fra l’altro) era un bambino. E non è che i paninari fossero gli unici a usare i giubbotti, ciò che li differenziava era l’attenzione a certe firme, un giubbotto senza firma specificata per definizione non può essere un giubbotto da paninaro.
Penso che il personaggio sembrasse piemontese perché Faletti lo è, e lui stesso avrà avuto in mente la provincia piemontese. Ma non è che il setting avesse molta importanza in quei monologhi, a quanto ricordo.
Comment di Kumagoro • 16 Febbraio 2007 16:16
A parte che mi pare che tutti i personaggi di Faletti fossero i suoi peggiori (nel senso che Vito Catozzo, il giumbotto e la suora facevano tutti cagare, e non ne ricordo altri), è anche vero che l’attenzione particolare ad un capo di vestiario scemo come un giumbotto è figlia del tempo paninaro. E comunque era parte della gag che fosse sempre un giumbotto di tipo differente, di solito ottenuto dalla cognata in cambio del silenzio per i tradimenti. Urgh.
Comment di xx • 16 Febbraio 2007 16:21
Comunque in effetti Passerano Marmorito è in provincia di Asti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Passerano_Marmorito
Comment di xx • 16 Febbraio 2007 16:27
In effetti la suora era il peggiore di tutti. Il brasiliano e il testimone di Geova erano invece migliori dei citati, e Catozzo era comunque migliore del bambino col giumbotto (era solo “un bel giumbotto nuovo”, sempre la stessa definizione ogni volta senza alcuna differenziazione: venivano chiamati infatti “tormentoni”).
Comment di Kumagoro • 16 Febbraio 2007 16:38
Oooh… finalmente un post in cui il mio encefalo non e` costretto a spremersi in eccesso… tra studi sulla fisiologia animale e acute dissertazioni di politica scolastica non ce la potevo fare… Poi, la verdura a me non piace e in questi giorni proprio non ce la facevo a postare….
Comunque… esiste un ulteriore ‘personaggio peggiore’ di Faletti… non vorrei che ci dimenticassimo del “Testimone di Bagnacavallo”… quello che gridava “Anatreeeeeema su di voiiiii!”
Ok, ritorno nell’oblioo che ci faccio piu` bella figura… ;)
(BTW… a me i mostrilli piacciono, io non voglio il mio personalizzato mi piacciono quelli a caso… Pero` l’iconcina dei favorites non mi piace… giusto per scassare un po’ le balle!;-p)
Comment di Botty • 16 Febbraio 2007 17:34
MCP: scrivi, scrivi, ma senza citare mai più Paris Hilton (che comunque ci ommaggia con “So stylish”… e da un programma emmetivù ho scoperto che dice anche, di qualcosa che le aggrada, che è “Juicy”)… glom!
Comment di Chicca • 16 Febbraio 2007 19:21
Sai che quasi vorrei diventare un paninaro? :D :D :D
Comment di Dave • 16 Febbraio 2007 20:39
Giurin giurella, la citazione dell’Hilton di Parigi (‘stylish’, suppongo) e’ stata del tutto involontaria.
Paninaro oh oh ooooh
Comment di MCP • 16 Febbraio 2007 23:02
Come contrappasso, Enzo Braschi scrive da anni libri sugli indiani d’America e pare goda di un certo riscontro nel campo. Emblematico pero’: i paninari non vivono nemmeno piu’ nelle riserve, se non quelle della memoria…
Comment di MCP • 16 Febbraio 2007 23:06
Dave: un paninaro svizzero da cosa si distingue da uno italico?
MCP & Chicca: in effetti non è che ora PH è proprietaria della parola “stylish”!
Botty: credo che il personaggio che citi fosse quello che Kumagoro chiama “il testimone di Geova”. Ma io mi chiedo: se è vero che sono personaggi migliori,perché nessuno li ricorda?
La favicon è un esperimento, non è detto che rimanga proprio così, però qualcosa ci volevo mettere. Se avete suggerimenti, sono i benvenuti. Giuro!
Comment di xx • 17 Febbraio 2007 10:16
Non ho niente da commentare, volevo solo il mio mostriciattolo personale :P
Comment di V • 18 Febbraio 2007 17:29
Sai che non lo so? Forse dalla pronuncia di alcune parole? O forse perchè noi abbiamo parole tipo “shiva deh” “shallo zio” “flascato” e roba simile?
Comment di Dave • 18 Febbraio 2007 18:17
V: e mostriciattolo sia!
Dave: quindi al di là di espressioni come quelle citate (e, suppongo, termini quali “ghette”, “classatore”, “sennò”) un paninaro ticinese era indistinguibile da un sanbabilino?
Comment di xx • 19 Febbraio 2007 10:29
Avevate già adocchiato la voce “Paninaro” sulla Wikipedia inglese?
http://en.wikipedia.org/wiki/Paninaro
La versione italiana è molto più estesa, anche se non priva di errori, però trovo affascinante il parallelismo con le Valley Girls, le ragazzine ricche e vacue della San Fernando Valley degli anni Settanta.
Comment di Kumagoro • 19 Febbraio 2007 13:18
Non usate “classatore” ? Gli altri posso anche capire… un po’ come “natel” :D
Ad ogni modo immagino che i paninari italici e quelli elvetici siano distinguibili: linguaggio ed espressioni. Per quanto riguarda la “moda”, quello che indossano insomma, purtoppo anche qui siamo drogati di Italia 1 e Cosmopolitan… quindi immagino ci si avvicini ad una globalizzazione del vestiario…
Comment di Dave • 20 Febbraio 2007 18:59
Ah (sorry il doppio post) parlavi al passato… beh in quel caso non saprei… io sono troppo giovane per il “fenomeno paninaro”! Mi immagino che nei tempi remoti le differenze erano molto molto più marcate.. il ticinese (quello doc almeno) è un essere a se, diverso dagli altri homo sapiens! :D
Comment di Dave • 20 Febbraio 2007 19:01
Bé, i giumbotti Moncler sono tornati di moda…
Comment di deedrew • 21 Febbraio 2007 00:35
Dave: infatti mi chiedo tuttora di cosa stai parlando quando parli al presente. Magari in Svizzera le mode arrivato dopo ma…vent’anni dopo?!?
Deedrew: fa troppo calpo per mettersi il Moncler. Domeniddio non vuole che tornino i paninari e quindi ha alzato la temperatura.
Comment di xx • 21 Febbraio 2007 14:30
Col presente intendo che a parte qualche piccola discrepanza linguistica, i giovani svizzeri si comportano come quelli italiani…
Comment di Dave • 21 Febbraio 2007 22:12
Dave: sei sicuro che i giovani di Thurgau si comportino come i giovani di Gioia Tauro? Non è che magari intendevi “i giovani ticinesi e i giovani lombardi”? :-)
Comment di Kumagoro • 22 Febbraio 2007 10:06
Beh chiaramente io parlo della mia zona linguistica (e culturale)… non posso assolutamente parlare anche per svizzeri francesi e tedeschi… ne conosco un po’, ma non abbastanza bene da dare un giudizio.
Tra ticinesi e lombardi non saprei se c’è questa grande somiglianza o meno…
Comment di Dave • 22 Febbraio 2007 14:32
per mia esperienza personale, direi non molta. senza che questo voglia essere un’offesa né per i ticinesi né per i lombardi
Comment di golosino • 22 Febbraio 2007 15:46
Golo: invece lo è. Tutti i ticinesi ora tireranno fuori il loro classatore nero e segneranno “Golosino” in bella calligrafia tra i cattivi.
Comment di xx • 22 Febbraio 2007 16:28
è meglio che mi tiri su le ghette e me la dia a gambe levate
Comment di golosino • 22 Febbraio 2007 16:57
Hahahhaha spiritosoni :P
Cmq Golo se fai il bravo, ti cancelliamo dal classatore (che poi di solito diciamo Classeur) ma solo se offi un chupito a tutta la popolazione :P
Comment di Dave • 22 Febbraio 2007 20:23
Dave: non fingerti svizzero, terone sei e terone resterai. E se per caso entrerai tra quelli aventi diritto a diventare svizzeri, mi riprenderò la nazionalità cui mio nonno rinunciò, mi trasferirò nel tuo vicinato e voterò contro alla tua richiesta di cittadinanza.
Comment di deedrew • 23 Febbraio 2007 22:02
°_°
Deedrew… non sei iscritta sul forum del covo?
Ad ogni modo, chiedi pure a xx e vedrai che il mio ip è svizzero :P
Ad ogni modo nonostante il tuo commento che non so se interpretare come scherzoso o meno, ti assicuro che sono svizzero al 100% e parecchio fiero di esserlo. E qui mi fermo.
Comment di Dave • 24 Febbraio 2007 18:03
Dave: al massimo sono iscritto.
Se poi non sei quel Dave che penso, che vive in svizzera ma è tutto fuorché svizzero…beh, ti dovrò delle scuse. Altrimenti va a ciapà i rat! :-)
Comment di deedrew • 25 Febbraio 2007 03:31
Omaggio per tutti i paninari più giusti
http://www.youtube.com/watch?v=q2v3CeFzzII
Comment di Carlo • 25 Febbraio 2007 17:21
Luca, bug report: il mio commento qui sopra non compare fra gli ultimi commenti nella colonna di destra.
Comment di Carlo • 26 Febbraio 2007 11:11
Carlo: No bug, avevi il commento in moderazione. Capita quando ci sono dei link. Ora esisti.
Deedrew: Sì, Dave è svizzero d.o.c. o si traveste molto bene. Non è l’altro Davide che pensi tu, quello si firma “inde”.
Comment di xx • 26 Febbraio 2007 14:09
Quindi, ricapitolando: i giovani ticinesi sono come qualunque giovane italiano; e nello stesso tempo, non assomigliano affatto ai giovani lombardi. Quindi qual è il riferimento più vicino per i ticinesi? Romani, napoletani? :-)
Comment di Kumagoro • 26 Febbraio 2007 14:40
XX: io il commento lo vedevo anche da macchine da cui non lo avevo fatto. Solo non lo vedevo nella colonna di destra.
Comment di Carlo • 26 Febbraio 2007 15:36
Extraterrestri :D
Comment di Dave • 26 Febbraio 2007 16:40
I paninari non muoiono mai.
Siamo troppo giusti
Comment di Gran Gallo • 19 Maggio 2007 13:05
Se li getti nell’acido, muoiono.
Comment di Kumagoro • 19 Maggio 2007 14:10
Esperienza personale?
Comment di Joril • 19 Maggio 2007 15:01
Pura deduzione.
Comment di Kumagoro • 19 Maggio 2007 23:38
Mille e uno modi per ammazzare un paninaro.
1) Gettarlo nell’acido
2) Sostituirgli il Monclair con un chiodo
3) Sparargli con un proiettile di marca “El campero”
…
1001) Dirgli che gli anni ’80 sono finiti da 18 anni.
Comment di xx • 21 Maggio 2007 13:30
…
501) Dimostrargli che i suoi Levi’s 501 americani sono made in Casoria (NA)
502) Strappare la toppa U dalla tasca dei suoi jeans Uniform
503) Unire con un tratto di pennarello rosso fosforescente tutti i minipupazzetti della sua felpa Naj-Oleari
504) Disegnargli l’alberello Timberland con la biro nera sull’altro lato delle sue Timberland originali, come se fosse un gino qualunque (questa e’ tremenda)
…
Comment di MCP • 21 Maggio 2007 21:04
MCP: tu conosci troppi dettagli per non essere “uno di loro”. Riceverai la visita della polizia segreta punk (la “Fuck the Police Police Division”. Un sacco di problemi interni).
Comment di Kumagoro • 22 Maggio 2007 20:00
Ma soprattutto, la 504 è terribilmente crudele! Marco, sei più malvagio di me!
Comment di xx • 23 Maggio 2007 14:55
Lo ammetto: il triennio delle medie mi fece conoscere a fondo l’Homo Paninarus, la cui estinzione ebbe forse a che fare con i famigerati 1001 modi.
..
601) Fargli ascoltare la musica strana che i Duran composero dopo il periodo di gloria.
602) Fargli ascoltare la musica strana che i Duran composero durante il periodo di gloria – sotto le mentite spoglie di Arcadia e Power Station.
603) Rivelargli che Simon Le Bon ed Enzo Braschi non si conoscevano.
604) Ricordargli che il rapidissimo declino del paninaresimo coincise con l’avvento di Jovanotti e della moda hip-hop, tutta roba che invece ancora sopravvive in qualche modo (sia Jovanotti che l’hip-hop).
..
666) Fargli vedere il video di Paninaro ’95, remake ad opera degli stessi Per Shop Boys disvelatore del vero significato della canzone (questa forse e’ troppo crudele).
..
Comment di MCP • 23 Maggio 2007 22:33
MCP: non abbiamo alcuna intenzione di chiederti delucidazioni riguardo al video di Paninaro ’95 dei Pet Shop Boys. Non lo facciamo e non lo faremo, rassegnati. Non ci interessa affatto.
Comment di Kumagoro • 27 Maggio 2007 23:04
701) Non chiedere delucidazioni sul video di Paninaro ’95
Comment di xx • 28 Maggio 2007 09:00
K&XX: diro’ soltanto che il video demolisce senza pieta’ una delle convinzioni che forse erano (fallacemente!) alla base del pensiero di molti panozzi e di molte sfitinzie. BTW, ma lo sapete gia’, a me Tennant&Lowe sono sempre piaciuti, anche se li ho persi di vista dopo il 2000.
Comment di MCP • 30 Maggio 2007 19:08