Uno dei grandi misteri della lingua italiana sta nel fatto che esiste una parola che significa due cose opposte: ospite, infatti, indica sia colui che ospita che colui che viene ospitato. Non è quindi raro imbattersi in dialoghi simili:
– Grazie di tutto, sei stato uno splendido ospite!
– Di nulla. E’ stato un piacere averti come ospite.
E’ evidente che deve esserci qualche trucco di etimologia che sono troppo pigro per andare a cercare. Ma perché non ci chiamiamo “ospitanti” e “ospitati”, oppure stabiliamo quale dei due significati è quello corretto e inventiamo un sostantivo nuovo per l’altro? Che so, greppio.
-Grazie della cena, sei sempre un ottimo greppio!
-Eh, me lo dicono tutti! Sarai mio ospite ancora, voglio sperare.
Ecco, così si che vivremmo in un mondo migliore.