Adesso che finalmente avete digerito il maiale in agrodolce, possiamo passare al livello successivo. Oggi parliamo di torte salate. Ma come, e di torte dolci non parli mai? Non sono un grande fan dei dolci e fanno ingrassare un sacco, quindi non ho molti stimoli a cucinarne. Se volete dolci, andate da Nonna Pina. Ah, no, quella fa le tagliatelle. Allora andate dalla Peppina. Ah, no, quella fa il caffè. Insomma, compratevi un Mars e non rompete!
Dicevamo, torte salate. Due, perché sono il tipico piatto che porti in quanto ospite (cioè ospitato da un ospite, non ospite che ospita un ospite), e con una sola fai brutta figura. “Ah, hai portato una quiche? Oh, che idea originale! Mettila là!”, e poi c’è Carlomaria a cui non piace mai niente, quindi con due torte aumenti le probabilità di far felici tutti (tranne Carlomaria, a cui non piace mai niente). Infine, le due torte verranno fatte contemporaneamente, in modo da aumentare il grado di difficoltà, visto che ormai siete degli ometti. Ovviamente se ne farete una sola non manderò Golosino a picchiarvi a casa, ma per complicarvi la vita vi do ingredienti e procedura tutto mescolato, in modo che dobbiate inveire non poco per farne una sola. Nessuno aveva mai detto che sarebbe stato facile.
Prepararsi
Ma veniamo a noi. Le due torte salate in questione sono la canonica quiche lorraine (con qualche piccola variante rispetto alla ricetta standard) e una torta a base di porri e speck. Sappiate che i porri sono come la cipolla, ma più delicati.
Avrete bisogno di questi ingredienti:
- Mezzo litro di latte intero. Fresco, dai, ma non quello alta qualità o alta digeribilità che non sono altro che trucchi per fregare i gonzi.
- 120 g di fontina. A differenza della tartiflette che richiede quella genuina, non sarò rigoroso, quindi potete anche prendere quella del supermercato. E se non la trovate, l’asiago andrà bene lo stesso. Ma non l’emmental della ricetta originale. Quello non mi piace un granché.
- Un rotolo di pasta brisè. Se siete volonterosi, fatevela in casa. A me non è passato per la testa nemmeno per un secondo.
- Un rotolo di pasta sfoglia. Se siete volonterosi, fatevela in casa. A me non è passato per la testa nemmeno per un secondo.
- 200 g di ricotta vaccina. Fate voi per la qualità: secondo me confezionata del supermercato va benone, ma se la trovate fresca è meglio.
- 3 uova. Mi raccomando, da allevamento a terra. Il vostro karma ne guadagnerà.
- 2 porri, che sono come la cipolla, ma più delicati.
- un membro della famiglia Bone. In mancanza di esso, 120 g di pancetta affumicata a dadini.
- 100g di speck a dadini o listarelle.
- olio extravergine d’oliva
- un tocchetto di burro, oppure della carta da forno
- acqua
- sale
- pepe
- noce moscata
E necessiterete di questo equipaggiamento:
- due teglie rotonde di dimensione compatibile con quella dei rotoli di pasta (intorno ai 30-35 cm, direi)
- un padellone col suo coperchio
- un padellino più piccolo
- una scodella
- due cucchiai di legno
- un tagliere
- un coltello affilato
- due fornelli e un forno
- il vostro grembiule. Lavatelo, ogni tanto!
Il bis di torte per sua natura richiama i pettegolezzi. Quindi, mentre cucinate, invitate la vostra amica più pettegola, l’equivalente di Clarabella, e fatevi raccontare tutte le ultime novità.
Ma lo sapevi che l’ex di Mariapetarda ora vive in una comune di rastafani?
Cucinare
Iniziamo! Innanzitutto i porri. Vi dirò un segreto: sono come la cipolla, ma più delicati, e in quanto tali vanno preparati. Sapete come si preparano i porri? No, eh? Ne ero certo! Allora, mondatene la capa: si iniziano a utilizzare a partire da quando sono bianchi e non più verdi. Va tagliata anche la parte opposta (il “culetto”) e gli strati più esterni, come se fossero cipolle. Infatti i porri sono come la cipolla, ma più delicati. Fatte queste operazioni, prendete il tagliere e il coltello fico e tagliateli a fettine sottili sottili. Sbattete i due porri così ottenuti in padella con un po’ di olio. Li fate dorare un attimo, poi allungate con dell’acqua, li coprite col coperchio e li fate stufare per una mezzoretta, girando ogni tanto ed eventualmente allungando con acqua. Non siate tirchi con la cottura: i porri, se rimangono crudi, rischiano di essere un po’ troppo pesanti, esattamente come le cipolle, a cui sono simili, pur essendo più delicati.
Non so con che coraggio Gianpistillo si possa far vedere alle feste del Circolo Alpini dopo quello che ha combinato a Capodanno.
Mentre che i porri (verdure che hanno molto in comune con le cipolle, ma risultano più delicati) si stufano, passiamo alla quiche. Sono abbastanza sicuro che non siate riusciti a trovare membri della famiglia Bone, rattodonti che non siete altro, quindi avrete ripiegato sulla pancetta. Va bene lo stesso, tranquilli! Prendete il padellino, versatevi la pancetta e fatela saltare a fuoco medio girandola ogni tanto col secondo cucchiaio di legno. Dai, non potete usare quello dei porri!
Non solo Annapariglia è stata a letto con tutta la squadra di bocce levitanti, ma ha avuto la sfrontatezza di vantarsene su Facebook!
Visto che siete così bravi, aggiungo un terzo task contemporaneo ai due attivi: prepariamo il ripieno della quiche. Nella scodella versate il latte, le uova (…senza il guscio…scemini!), sale, pepe e noce moscata (non esagerate con nessuno dei tre, mi raccomando! La pancetta sala non poco, e troppe spezie rovinano l’equilibrio; se avete dubbi, mettetene di meno, giusto un pizzico) e il formaggio. Per quest’ultimo, va un po’ a vostri gusti: se vi piace che tutto sia amalgamato e non siete pigri, grattugiatelo o tagliatelo a pezzi piccini picciò. Se, come me, siete un po’ sfaticati e vi nascondete dietro il fatto che i blocchetti di formaggio semifuso sono un sacco buoni, tagliatelo a dadini di dimensioni simili a quelli della pancetta. Nel frattempo, la pancetta sarà pronta. Fatela raffreddare qualche minuto perché non cuocia il composto e poi versatela dentro la scodella col resto. Mescolate meglio che potete.
Piercanaro ha messo sua mamma in ospizio, dopo tutto quello che quella santa donna ha fatto per lui. Ah, ma ora voglio vedere chi gli stira le camicie! Quel soprammobile di Giannauncinata? Non penso proooprio!
Torniamo ai porri (come la cipolla, ma più delicati). Dovrebbero essere ormai a buon punto; aggiungete ad essi lo speck e fate terminare la cottura. Quando vi sembrano pronti, spengete e fate raffreddare. Se non siete sicuri di quando siano pronti, contate mezz’ora sul fuoco.
Uuuuh, devo fare la pipì! Torno subito!
Round-robin sulla quiche. Accendete il forno a 200° e prendete la prima teglia. Rendetela inattaccabile all’attaccamento ungendola col burro o stendendo la carta da forno, e poi sistemate la pasta brisé. Versatevi sopra tutto il ripieno; se la pasta sborda, ripiegatela verso l’interno. Non preoccupatevi se il ripieno, che è liquido, tocca i bordi, quando è cotta non ne se accorge nessuno. Quando il forno è caldo, potete infornare, e ci vorranno circa 20′. Non preoccupatevi se vi sembra ancora un po’ liquida dopo questo tempo, raffreddando poi finisce di rapprendersi. Se avete il forno ventilato, usatelo pure, aiuterà.
…e poi Cristacchina le ha risposto: “Tesoro, perché non ti guardi un po’ allo specchio?”
Mentre che la quiche quoche (o la cuice cuoce, vedete voi) terminiamo la preparazione della sua negletta gemella. Aggiungete la ricotta alla combinazione di porri (affini alle cipolle, ma con maggior grado di delicatezza) e di speck , sempre in padella ma col fuoco spento. Salate e pepate (con maggior foga rispetto alla quiche) ma non nocemoscate, qui non ci va. Amalgamate tutto e preparate la seconda teglia in modo simile alla prima, ma con la pasta sfoglia. Il ripieno, in questo caso, sarà assai meno voluminoso: sistematelo in mezzo e ripegate la pasta. Se siete bravi, potrete dargli la forma di una specie di fiore.
A proposito di fiori, sai che Grubbaberto ha portato delle rose rosse a sua moglie? Peccato che gliene ha portate quattro! Quell’uomo vive fuori dal mondo!
Pultroppo la modalità di cottura di questa seconda torta è differente dalla quiche, quindi per infornarla dovrete aspettare che la prima sia cotta. Intanto spettegolate. Drin! Quiche cotta! Abbassate la temperatura a 180°, niente ventilatura e 30′ di cottura. Il ripieno ci mette un’attimo, è la pasta che deve cuocere.
Al supermercato poi ho incontrato Mariobaleno, e nel carrello in mezzo a zucchini latte e biscotti aveva una scatola di preservativi. Quello va a zoccole, dammi retta!
Mangiare, bere e impatto anale
Ho sempre mangiato entrambe le torte a temperatura ambiente; ho il sospetto che se scaldate si ammollino troppo, quindi adeguatevi. Anzi, portatele in ufficio, farete bella figura e conquisterete la bella collega con le tette grosse o il bel collega coi mustacchi. Pultroppo, in ufficio non si bevono alcolici, quindi vi toccherà bere Fanta, Coca e Sprite. Sì, solo roba della The Coca Cola Company, mi hanno pagato. Se proprio doveste mangiare queste delizie a casa, suggerisco un rosso non troppo corposo. Il canonico Morellino andrà benissimo.
L’impatto anale è da non trascurare. Non tutti sanno che i porri sono come la cipolla: anche se più delicati, sono comunque pesanti. Voi avrete seguito le mie istruzioni e li avrete cotti adeguatamente, ma è possibile che risultino lo stesso di digestione difficoltosa. Preparatevi. La quiche è spessissima, ricca di grassi e di gioia (le due cose vanno di pari passo), ma come tale un po’ faticosa da assimilare. Nel contesto dell’ufficio, quindi, passerete un pigro pomeriggio a commentare Pinguini nel Salotto, perché pultroppo Facebook ve l’hanno bloccato.
Parliamo delle possibili varianti. Se avete la sventura di essere vegetariani, potete escludere lo speck dalla torta di porri: perderà qualcosa ma risulterà comunque accettabile. Se invece siete vegani, pussate via di qua o chiamo Goldrake. La quiche, nella ricetta originale, prevede la panna al posto del latte, ma per me è davvero eccessivo. Se ve la sentite, però, probabilmente potrebbe venire più soda (e più grassa, ça va sans dire). Dal lato opposto, se la volete più leggera, sostituite la pancetta con il prosciutto cotto a dadini; in tal caso, occhio ad aggiustare col sale.
PS: dalle “vecchiette”, uno dei nostri locali da pranzo preferiti di Annecy, fanno una quiche di porri, crasi del vostro lavoro di oggi. Stupide vecchiette.
E poi sai che…
Oh, insomma, Clarabella, fatti un po’ i cazzi tuoi!
12 Comments »
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Uno dei post migliori in assoluto.
Solo che mi sono perso alla parte “Cucinare”, all’inizio: prima mi fai tagliare a fettine sottili il coltello fico e il tagliere e poi non me li fai usare? Che poi, per il tagliere passi, ma tagliare il coltello fico? Devo per forza usare un altro coltello, che per definizione sarà meno fico di quello che sto tagliando, quindi faccio il doppio della fatica.
Concluderò con un “Lo Sapevate?”: in Lingua Orrenda Porro si dice Prei. Come in “De prei is als ajuin, maar meer delicaat”
(“delicaat” ho dovuto cercarlo e non sono sicuro sia la giusta accezione)
Comment di Cementino • 19 Novembre 2010 14:33
Finchè non vieni con me a fare il corso di torte salate mi rifiuto di commentare il succosissimo post. E che diamine!!
Comment di tua sorella • 19 Novembre 2010 15:50
Mi raccomando studiate entrambi e producete in quantità, che poi vengo a testare.
Comment di Suo Cuggino • 19 Novembre 2010 18:14
Ma questo post e’ pieno di céti! Quella ciattella di Clarabella! Sapesse che cosa le combina Orazio Coclite…
Comment di MCP • 19 Novembre 2010 21:40
“Los puerros se parecen a la cebolla, pero son más delicados”.
Bravo il mio Xxuccio, ricetta marvellous. Ho solo un dubbio, nella tua stupenda foto allegata qual è la torta salata ai porri e speck? Mi risulta un pelino difficile scorgere la forma a fiore….
Comment di serir • 20 Novembre 2010 15:12
Cementino: grazie grazie, troppo buono. A parte la battuta sul tagliere e il coltello: ovvio che li tagli con il grembiule, altrimenti che lo metto a fare? “maar meer delicaat” fa un sacco ridere.
Miasorella: ma certo che ci vengo! Tu tienimi informato!
Mio cuggino: in cambio porta la specialità del tuo paese. Quale? Boh, vedi tu. :)
MCP: infatti mentre sentivo tutti i suoi pettegolezzi pensavo che i più succosi lei non li sa perché riguardano lei stessa! (bello il termine “céto”, molto genovese!)
Serir: porri sinistra, quiche a destra. No forma fiore, io non sono abbastanza abile. Inoltre in questa particolare esibizione ho usato la carta forno pei porri, il burro per la quiche.
Comment di xx • 22 Novembre 2010 11:51
Io mi sono cimentato nella quiche, ma ho usato il (o la) gruyère come formaggio, e un mix di latte e panna in cui ho messo per qualche ora i dadini di formaggio ad ammorbidire, su consiglio del salumiere, perche’ fondessero meglio in forno.
Risultato: davvero ottimo!
Comment di Ale • 22 Novembre 2010 12:44
Può essere vero (anche se il groviera non lo amo, come tutti gli amici dell’Emmenthal), ma mi suona un po’ strano. E poi che autorità ha il salumiere in fatto di quiche? :)
Comment di xx • 22 Novembre 2010 14:50
L’emmenthal è come Sbranzo: ruleggia ed elargisce porni.
Comment di Cementino • 23 Novembre 2010 11:05
L’emmenthal è un formaggio belga, anche se è svizzero.
Comment di xx • 23 Novembre 2010 17:24
Caro XX, ti ho sfidato e ho cucinato esclusivamente quella i porri ma con alcune varianti, dovuti alla mia appartenenza alla terra di Cervantes. Niente speck né ricotta, sostituiti con pancetta e con un tristissimo formaggio fresco che non si scioglie nemmeno con la fiamma ossidrica. Il risultato è buono, la grandissima quantità di liquido rilasciato dai porri si è gelatinizzato raffreddandosi e ha reso il tutto compatto. I tocchetti di formaggio sono rimasti tocchetti, non collaborando minimamente.
Unico inconveniente è l’ENORME quantità di prot prot che provoca, malgrado l’abbondante bollitura previa.
Comment di serir • 9 Dicembre 2010 10:22
Caro Serirone,
non posso laicare questo elemento. I porri devono risultare amalgamati, il formaggio serve propio a questo. Botty provvederà a spedirti della ricotta per la prossima volta, ma secondo me col Filadelfia te la puoi cavare lo stesso.
Ciononostante, plaudo alla quantità di prot prot.
Comment di xx • 13 Dicembre 2010 14:32