Per un sacco di anni le domeniche sera della mia famiglia sono state dedicate alla “cena a casa della nonna”. Credo che un po’ tutte le famiglie abbiano riti simili, ma al nostro si aggiungevano menu abbastanza standard (ravioli e polpette in inverno, cima o vitel tonnée in estate) e, soprattutto, le paste (qualcuno le chiamerà “pastarelle”).
Non sono mai stato golosissimo di dolci, però le paste mi piacevano. Erano prese dal pasticcere Cacciamani che era bravino (*), oltre ad avere l’innegabile vantaggio di essere letteralmente a venti metri da casa di mia nonna, e di solito erano scelte da Zia Adelina, e più o meno erano sempre le stesse. C’erano le più popolari, tipo i bigné al cioccolato (le mie predilette) o le paste con la panna (le preferite di mia sorella), alcune che in qualche modo andavano via (le cosiddette “manine”, i cannoli, le paste alla crema) e quelle che non piacevano un granché a nessuno ma che chissà perché continuavamo a scegliere (i bigné verdi, mai capito a cosa fossero, forse al pistacchio?). E le paste con la frutta. Due. Intoccabili. Appena qualcuno si avvicinava a una di esse, Zia Adelina era in agguato a intervenire: “Fermo lì! Quelle sono per la mamma!” perché in effetti piacevano a mia mamma, la quale però più di una non ne mangiava. E quindi chi voleva la pasta con la frutta rimaneva a becco asciutto.
Purtroppo zia Adelina non c’è più, perché ora rimarrò per sempre con la curiosità di sapere
a) che fine faceva la seconda pasta alla frutta che rimaneva intonsa
b) perché diamine non prendevamo una o due paste alla frutta in più al posto dei bigné verdi)
(ma ho il sospetto che Zia Adelina si mangiasse sia la pasta alla frutta che i bigné verdi)
(*) Cacciamani fa anche l’unica focaccia al mondo che sia buonissima pur essendo lontana dai canoni della focaccia genovese, ed è l’unica focaccia edibile di Alassio. Sappiatelo, e aspetto la mancia da Cacciamani per la marchetta.
26 Comments »
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Non so se ti ho detto che l’anno scorso quando ho ordinato la tua torta di compleanno ho scoperto che solo noi famiglia Bielli Ventimiglia chiamiamo le manine manine. E’ stato un trauma. Ma sai che però ‘sta cosa delle paste conla frutta che tanto ti ha angustiato io non me la ricordo. Mi ricordo però una quantità infinita di brutti e buoni che nessuno mangiava
Comment di Anonimo • 30 Marzo 2011 13:09
Mia sorellaaaa…deciditi a firmare i commenti! :)
E’ vero, i brutti & buoni per noi erano solo brutti e rimanevano negletti insieme ai bigné verdi. E poi pesano anche parecchio, quindi chissà che spreco. Che tempi.
Comment di xx • 30 Marzo 2011 13:40
O tempora, o mores!
(c’entra niente, ma hai detto “che tempi” e mi ci stava bene!)
Comment di Botty • 30 Marzo 2011 13:51
le mores stavano sulle pastes alla fruttas
Comment di paolo • 30 Marzo 2011 14:12
ma la pasticceria era aperta la domenica, o le paste le compravate il giorno prima?
Comment di golosino • 30 Marzo 2011 14:44
a Lodi le pasticcerie sono aperte la domenica, cosi’ si possono comprare paste e prendere il caffe’ dopo la messa (w la provincia!)
Comment di paolo • 30 Marzo 2011 15:01
Certo che le prendevamo di domenica. Esistono pasticcerie chiuse la domenica?!? Se ci sono, sbatto a terra il cappello dalla rabbia!
Comment di xx • 30 Marzo 2011 15:16
Invero anch’io chiamo le manine “manine”. Siamo parenti?
Comment di Ale • 30 Marzo 2011 16:35
ma per “manine” intendete i ventagli?
Comment di golosino • 31 Marzo 2011 15:39
non so, magari sono tutte aperte, di domenica.
in effetti avrebbe senso. però, a questo mondo si sa mai…
Comment di golosino • 31 Marzo 2011 15:39
comunque aggiungo solo una cosa: ho superato quota 700!
Serir, come si sta laggiù?
Comment di golosino • 31 Marzo 2011 15:40
Ale: saremo struboli, a qualche livello. Secondo me il primo parente comune è vissuto nel XII secolo.
Golosino: intendiamo le manine. Qualche stolto poi le chiama “ventagli”, sì.
Comment di xx • 31 Marzo 2011 15:41
i ventagli sono il nettare degli dei
Comment di golosino • 31 Marzo 2011 16:52
Qui i ventagli si chiamano palmeritas (palmette, nel senso dell’albero). Quando ero bambino mi piaceva il cigno, variante del maritozzo con la panna a forma di panda.
Comment di serir • 31 Marzo 2011 19:51
No, scherzo, era a forma di cigno.
Comment di serir • 31 Marzo 2011 19:51
Però non era nero
Comment di serir • 31 Marzo 2011 19:52
infatti i cigni sono bianchi, a praga c’e’ addirittura un grande magazzino che si chiama “cigno bianco”
Comment di paolo • 1 Aprile 2011 08:27
Serir 14: mi hai fatto ridere, ma non vale frammentare i commenti.
Paolo: nel Lago dei Cigni c’è anche il Cigno Nero. Non hai visto il film di Arofnosky?!?
Comment di xx • 1 Aprile 2011 08:41
xx: chi e’ arofnosky?
l’ultima (e unica) volta che ho visto il lago dei cigni era a una prova generale al narodni divadlo di praga: ho visto solo ballerini (e uno e’ anche incepiscato in una scena), non ho visto cigni neri
Comment di paolo • 1 Aprile 2011 09:04
ahiahiahi, Serir: hai ricevuto un’ammonizione!
XX, non puoi togliergli 5 commenti per punizione?
Comment di golosino • 1 Aprile 2011 09:48
Sigh… Natalie…
Comment di Botty • 1 Aprile 2011 10:19
natalie era la guida che camminava davanti a te sulla piazza rossa?
Comment di paolo • 1 Aprile 2011 10:22
Uh? Uomo bianco non capire…
Comment di Botty • 1 Aprile 2011 12:25
Lo supponevo…
Ok, e’ una chanson di Gilbert Becaud:
http://www.labri.fr/perso/furmento/nathalie.html
Non spaventarti: la conosco perche’ e’ cantata nel film “On connait la chanson” di Resnais
Comment di paolo • 1 Aprile 2011 12:42
@I Miei Cuggini: in realtà anche noi le abbiamo sempre chiamate manine, ma essendo parti correlate non so quanto sia significativo.
Comunque confermo i commenti su Cacciamani.
Comment di Suo Cuggino • 7 Aprile 2011 07:43
Sì, voi non contate, è sempre lessico famigliare. ;)
(e non divido con te la bustarella di Cacciamani, sia chiaro…)
Comment di xx • 8 Aprile 2011 10:04