xxmiglia.com's
uFAQ
Scrivermi?
Categorie
Ricerca

Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Spam spam spam humbug

Ammazza che titolo nerd!

Ehi, signori spammer! Sappiate che:

a) Ho il pene corto e flaccido, ma va benissimo così. Davvero!
b) Non dubito che il poker online mi possa procurare infiniti danari, ma così mi perdo il divertimento nel vedere lo smacco nelle facce degli avversari. È quindi con rimpianto che mi vedo costretto declinare l’offerta.
c) Sono assolutamente convinto che sia un’ottima idea prestarvi i miei soldi per gli affaroni in Nigeria, Svizzera e Russia. Purtroppo ho pochi soldi da parte e preferisco tenerli per altri progetti, sicuramente meno remunerativi ma di maggior importanza per me. "Che stronzo!" vi sento dire. Eh sì, lo dice anche il mio consulente finanziario.
d) I consigli sui siti pornografici da visitare sarebbero i benvenuti, se non che di quel materiale ne ho in sovrabbondanza, e, giuro, tutto di primissima qualità. E poi sto cercando di smettere.

Lo so, sono incontentabile. Leggo la delusione nei vostri volti, ma spero che sarete abbastanza maturi da affrontare la situazione, e quindi d’ora in poi potete risparmarvi la fatica di inviarmi le vostre succose proposte. Scusatemi ancora.

No, eh? Vabbè, però bisogna sempre provare le vie diplomatiche. Poi, quando non funzionano, si dichiara guerra. Vai di antispam!


Ma tu, che lavoro fai?

Ai bambini si insegna che i grandi fanno sempre lavori dal significato lampante e facilmente definibile: il postino, l’insegnante, l’operaio, il fruttivendolo, il cameriere. La realtà è che nel terziario avanzato (arretrato?) in cui sempre più gente è impiegata, le definizioni dei lavori risultano sempre più complesse ed oscure, tanto più che spesso si utilizza l’inglese per ottenere qualcosa che suoni meglio e magari anche solo per pigrizia. Non è quindi così strano chiedere a qualcuno di cosa si occupa e sentirsi rispondere "Sono Deputy Human Resources Staff Manager…però junior!". Ah, e sticazzi!

Per quanto mi riguarda, col tempo ho imparato a valutare la conoscenza dell’ambiente del lavoro che svolgo nelle persone con cui mi relaziono, e in base ad essa so fornire una versione più o meno semplificata.
Il mio job title è Senior Siebel consultant, ma solo chi sa cos’è un consulente, cosa significa senior in questo settore e soprattutto che cacchio è Siebel può capirlo. Non sono in tanti.
A chi lavora nell’informatica nel settore della system integration dico che sono un consulente che si occupa di progetti CRM.
Per chi conosce il mondo dell’informatica ma è a digiuno di processi di grandi aziende, la mia risposta è che mi occupo di customizzare software per relazioni con i clienti.
Per chi ha una conoscenza meno precisa di questo mondo mi limito a proporre un più sintetico analista programmatore.
Se ritengo che l’affermazione precedente possa indurre in confusione chi non ha idea di cosa faccia un analista, dico che sono un informatico, cosa che richiede però di conoscere l’esistenza di un settore lavorativo che si occupa professionalmente di informatica.
Ho quindi introdotto il livello più basso, quello che uso quando sospetto che il mio interlocutore, per età, cultura o attitudine, sia lontanissimo dalla mia occupazione: "lavoro con i computer".

Pensavo che tutto questo fosse sufficiente. E invece no. Qualche anno fa, non l’altro ieri ma già nel terzo millennio, mi trovavo in ospedale a trovare mio nonno. Facendo quattro chiacchiere col vicino di letto e i suoi parenti, tutti contadini dell’entroterra ligure, mi son sentito porre la domanda fatidica. Mi è sembrato opportuno tuffarmi subito sull’ultimo livello, ma ho sorprendentemente ottenuto una serie di sguardi perplessi: dalle frasi che sono seguite ho capito quei signori non sapevano cosa fosse un computer. La cosa mi ha sconvolto: dannazione, non dico possederne uno o saperlo usare, ma i computer si vedono ovunque, in tv, nei negozi, in banca, in posta! Probabilmente esistono ancora delle sacche di ignoranza di cui non mi rendo conto. Oppure do per scontato che le basi del mio mondo quotidiano siano conoscenza comune, come magari un formaggiaro si stupirebbe del fatto che non so distinguere al volo un pecorino sardo da uno toscano. Comunque, alla fine siamo riusciti a capirci stabilendo che i computer sono "quelle televisioni con la macchina da scrivere davanti".
– E lei lavora con quegli affari?
– Eh sì.
– Ah.
Probabilmente avrebbero voluto rispondere: "Che lavoro del cazzo!". Più di quanto immaginiate, avrei ribattuto io.

Razzismo

Gli inglesi mi sono antipatici perché un popolo che mangia così male deve per forza essere malvagio. Inoltre sono tutti brutti e se la tirano troppo per il loro supposto humour.

Gli svizzeri mi piacciono perché sono buffissimi ed è divertente osservarli come si fa con gli animali allo zoo. In fondo, poi, sotto sotto, un po’ li invidio.

I giapponesi non mi piacciono perché sono piccoli e sgraziati e con le gambe storte. Inoltre sono scemi perché mangiano con le bacchette, quando sanno tutti che le forchette funzionano meglio. Però c’hanno i cartoni animati, hanno inventato il bukkake e alcune signorine dal muso giallo sono molto carine.

I francesi, tutto sommato, li rispetto, perché purtroppo se ci guardano dall’alto in basso è perché possono permetterselo. E poi in Francia amano la cultura molto più che in Italia, hanno una lingua molto bella ed è l’unico Paese al di fuori dell’Italia dove si mangia bene.

I greci mi sono simpatici perché sono zozzoni e rumorosi e ti accolgono sempre a braccia aperte. Poi, appena abbassi la guardia, te lo mettono nel culo.

I tedeschi non li ho ancora ben capiti, quindi non so se mi piacciono o meno. Non sono buffi come gli svizzeri però c’hanno più cultura, che d’altronde raramente è in sintonia coi miei gusti. Mi sa che mi tocca andare in Germania.

I neozelandesi mi sono simpatici perché alle elementari mi avevano detto che la Nuova Zelanda è come l’Italia ma agli antipodi, e allora li sento un po’ fratelli. In realtà probabilmente sono dei buzzurri pastori, ma io gli voglio bene lo stesso.

I brasiliani mi sembrano un po’ fessi perché cantano e ballano e fanno capoeira e poi c’hanno le favelas. Inoltre c’hanno l’Amazzonia che ha dei ragni enormi, e io non ci voglio andare.

Gli irlandesi sono meglio dei cugini inglesi perché hanno paesaggi più belli, birra più buona e ragazze più belle. Però, sotto sotto, sono inglesi anche loro e quindi tanto fichi non lo sono.

Gli indiani mi rugano perché ogni volta che parli di loro devi specificare "gli indiani d’India", e questo complica le cose. Poi sono tanti e mi rubano il lavoro di informatico. Però fanno dei film buffi e il puntino sulla fronte mi fa ridere.

Gli spagnoli mi sono simpatici perché sono tutti terroni, anche quelli che vivono a nord.

Gli americani sono al di là di ogni giudizio, sia buono che cattivo. Ci ho provato, ma non è possibile essere razzisti con gli americani.

Per voi

So quanto sia banale il post sulle chiavi di ricerca, è una tentazione a cui nessun blogger sa resistere. Io stesso ne ho già fatto uno tanto tempo fa, ma acciocché non si dica che non voglio bene ai miei lettori, ecco le risposte alle loro domande, realmente arrivate sul mio sito nello spazio di 48 ore.

Significato di broccoletto
È una verdura il cui nome mi fa ridere.

Barzellette Candy Candy
C’è Candy Candy che passeggia e incontra il Principe della Collina che suona la cornamusa. Lo apostrofa: "Che buffo suono! Sembrano tante lumache che strisciano!". E lui risponde: "Vieni che ti spalmo sul panino!"

Nomi città stupidi
Io ci sono abituato e non mi fa più ridere, ma Loano ha un suo bel fascino. Lo-ano, hai capito? Le matte risate! I miei preferiti comunque sono le siciliane Misterbianco e Ficarazzi. La prima non può non essere un detersivo per il bucato, mentre la seconda mi fa venire in mente gaie immagini di vagine con petardi.

Dove mettere le piante in salotto
Ficcatele in culo.

Storie di zoofilia
C’era una volta una vecchia signora a cui piacevano molto i gatti, e quindi andava a dar da mangiare ai randagi. Un giorno venne un vigile e le fece la multa perché sporcava. La signora, che aveva la pensione minima, per sopravvivere fu costretta a mangiarsi i gatti. Eh, sì, è una storia triste.

Come augurare buon compleanno ad una signora di 50 anni
"Auguri di buon compleanno, signora di cinquant’anni!".

Zia Franca
Sì, è una mia parente che definisco "zia" per comodità. Per la precisione, è la cugina di mia nonna.

Definire valvassore
Non è fico come il vassallo, ma nemmeno sfigato come il valvassino. Ed è anche uno dei sette mestieri che consiglio.

Come fare lo chignon
Ecco, a dire il vero lo ignoro, anche se Zia Adelina ce l’aveva sempre: devi raccoglierti i capelli in qualche modo. Però non farlo, lo chignon ti sta male.

Storiella divertente compleanno
Ah, qua ce ne sono un paio niente male!

Cose che vorrei fare
E lo chiedi a me?

Come diventare ispettori del lavoro
Va’ dai lavori in corso e rivolgiti agli operai chiedendo: "Si lavora, eh?". Se non sei un pensionato, penseranno che sei un ispettore del lavoro.

Perché le ragazze vanno al bagno in coppia
Così possono limonare e palparsi le tette a vicenda.

Me la sono fatta addosso
Mi dispiace, sono cose che capitano, però adesso lavati.

Origine significato JHWH non significa niente
Se non significa niente non ha un significato di cui trovare l’origine, no? Almeno, questo è quello che dici tu. Comunque, è il nome di Dio, valuta pure tu se vuol dire qualcosa.

Significato sognato i pinguini
I pinguini puzzano di pesce e di cacca, quindi, se li sogni, anche tu puzzi di pesce e di cacca, e questo è esattamente quello che diceva Freud. Per l’interpretazione junghiana è sufficiente inventare un archetipo arbitrario rappresentato dai pinguini…uhm, ecco: i pinguini rappresentano la voglia di mangiare pasta con ricotta e pancetta.

Porco demonio è una bestemmia?
Io direi di sì, ma leggiti tutta la pappardella , così impari qualcosa.

Beavis and butthead esistono ancora nel 2006
Esistono ancora nei nostri cuori.

Reo di peccato in eterno
Il trucco è pentirsi, quello risolve tutto. A meno che non tu non abbia bestemmiato lo Spirito Santo, in tal caso sei fottuto.

Barzellette troia
Ci sono Achille, Ettore e Patroclo che devono passare la notte in una locanda vicino a Troia, e il locandiere gli dice: "Attenzione che a mezzanotte arriva il Fantasma Formaggino"… (lascio al lettore per esercizio il completamento della barzelletta. Ma chi fa l’italiano?)

Sesso come regalo di compleanno
È una buona idea. Puoi iniziare con una pipa o un bocchino .

Come migliorare la scrittura in un preadolescente
Promettigli sesso come regalo di compleanno se impara a scrivere bene.

Oggi 23 settembre dove proiettano il film Volver di Almodovar
Ottima scelta e domanda interessante. Purtroppo non lo proiettano su Pinguini nel Salotto.

Lavare orsetto russo
È come lavare un orsetto italiano.

Pupu su di noi 1980
Nel 1980 avevo sei anni e non mi facevo più la cacca addosso, e tantomento praticavo la coprofilia. Non so te.

Cosa fa più schifo di Gloiser X
I cavolfiori, l’aglio e "Nino il mio amico ninja".

Mapporc…

Parliamo ancora di teologia, argomento assai gettonato tra i giovani alla moda, e in particolare di bestemmie.

Quando avevo 13-14 anni i professori beghini delle mie scuole medie (tra cui il vicepreside Manca, che prenderò come immaginario interlocutore in questa trattazione) avevano diffuso un’argomentazione contro di esse per frenare i teneri virgulti dalla demoniaca pratica.
"Se non credi in Dio, perché insultare qualcuno che non esiste? E se ci credi, allora che motivo hai di bestemmiare?"
Ah! Che ricco materiale per pipponi mentali!

Innanzitutto, iniziamo col prendere le cose alla lettera. "Non pronunziare il nome di Dio invano" significa che è formalmente una bestemmia anche una frase come "Lo sa Dio quel che ti passa per la testa", che palesemente non contiene alcuna intenzione di insultare il creatore. Semplicemente, si pronunzia il nome di Dio senza uno scopo preciso: la definizione di bestemmia come ingiuria nei confronti dell’Onnipotente è quindi l’interpretazione usuale e la più ragionevole, ma non rigorosamente l’unica.
Ma non basta: le espressioni più comuni sono quelle in cui, al nome dell’Entità Divina, si associa quello di un suino o di un canide. Un sofista potrebbe ribattere che tutto il Creato è meraviglioso, quindi associare uno dei detti attributi al nome del Signore non è nulla di male, ma l’argomentazione è debole: quello che conta è la volontà di insultare. Detta intenzione è ciò che configura interessante questo atto: se io inciampo ed esclamo "Porca troia!" non ritengo certamente che la mia sbadataggine possa trovare una soluzione nell’osservazione che una prostituta ha alcuni atteggiamenti che ricordano quelli della femmina del maiale. Invece, se dirigo le mie imprecazioni agli abitanti del Paradiso, è perché suppongo che siano responsabili di quello che mi succede. Il che, se lo si vede da quest’ottica, non è altro che una dimostrazione di fede, magari non proprio saldissima ed ortodossa, ma comunque fede. E non solo: non ho pronunziato il nome di Dio invano! L’ho pronunziato per uno scopo preciso, quello di insultarlo.
Questo è il primo grosso fallo della Congettura di Manca: il fatto che chi ha fede non abbia motivo di insultare il Creatore. Chi è credente, sa che Dio è responsabile per tutto quello che è al mondo. Dio è Amore, ma il mondo non è perfetto, a causa delle vie misteriose che noi non possiamo conoscere. Rivolgendo coloriti epiteti a Domineddio ci limitiamo a fare un commento su queste vie a noi ignote. Si noti inoltre che l’espressione "porco diavolo" non ne costituisce la versione simmetrica ma piuttosto è una deformazione di una tradizionale bestemmia, esattamente come le imprecazioni che si rivolgono a Diaz, dinci, due, dirindiddao.

L’altra argomentazione di Manca si presta ad una confutazione simile e speculare. L’insensatezza di imprecare verso qualcosa che non esiste è parificabile a quella di imprecare contro qualcosa che non ha parte in merito alle cagioni degli eventi nefasti. Non c’è quindi differenza con, ad esempio, "porco cane". I cani esistono, ma prendermela con loro non risolve assolutamente nulla: semplicemente si tratta di un’esclamazione senza un fine preciso. Non è valida quindi per quanto riguarda il pantheon cristiano, ma d’altronde non ha senso nemmeno per qualunque altro obiettivo. Perché non inveire quindi anche con coloro che dicono "porca miseria", "porco Diaz" o simili?

La realtà è che chi bestemmia di solito non pensa al significato di quello che dice. Può essere una frase fatta, un intercalare (questo accade soprattutto nel nordest italiano), oppure un modo per irritare volontariamente ai presenti (più raramente), ma più comunenemente è solo un modo per sentirsi importanti da parte di ragazzetti immaturi. Questo vuoto di motivazioni è l’argomentazione più forte che Manca avrebbe potuto dare: ai tuoi presenti quasi sicuramente dà fastidio, a te non cambia nulla. Quindi, perché? Beh, una risposta esiste: i non credenti italiani vivono in una società cattolico-centrica, che permea tutto l’ambiente con i suoi simboli e le sue consuetudini. Trovarmi una croce a scuola e avere preti che si introducono nella vita sociale si compensa con qualche "porco" qua e là. Una bieca vendetta, insomma. Però dubito che Manca sarebbe d’accordo.

Scusi, dov’è…

Sappiamo bene che è in fondo a destra, ma qual è la nomenclatura più corretta per il posto dove fare la pipì, la popò e lavarsi le mani? Il discorso è assai affascinante. Posso io perdere quest’occasione per parlare, seppure prendendola alla lontana, di escrementi?

Toilette
Toilette è il termine francesizzato, e ai francesi piace farsi belli, quindi per loro la funzione principale del locale in questione è, appunto, la toeletta. Ci si può lavare se proprio si vuole, ma anche coprirsi di profumo può andar bene. Inoltre spesso in Francia la "tazza" non è nella stessa stanza del lavandino, quindi l’uso in italiano ha anche meno senso. Purtuttavia, è uno dei termini più usato e quello considerato più elegante. La lingua d’oltralpe rende tutto più fine.

Bagno
Il termine più comune, quello che io uso quotidianamente, in realtà anch’esso non è molto efficace. Non è ben chiaro se sia una metononimia (la parte per il tutto, "bagno" per "luogo in cui si trova la vasca da bagno"), o una semplice abbreviazione per "sala da bagno". Se non che la presenza della vasca non è affatto garantita, e, ovviamente, tutti i bagni pubblici non ce l’hanno. Volendo si potrebbe anche interpretarlo come "luogo in cui si bagna". Ma io posso bagnarmi anche in cucina con lavandino, in sala da pranzo rovesciandomi l’acqua addosso, in camera da letto con un bukkake. Come la mettiamo?

W.C.
Stupidi inglesi! WC, Water closet, il cassetto dell’acqua. Alla faccia della metononima! Qui chiamiamo un’intera stanza con una parte di uno degli oggetti lì presenti! Sarebbe divertente, in un locale pubblico, indicare a tutti gli avventori che chiedono dov’è il W.C. un cassetto divelto da un armadio riempito d’acqua. Chissà le matte risate!

Servizi
La nomenclatura più tecnica, quella utilizzata di solito a scuola. "Maestra, posso andare ai servizi?" chiede il bambino al suo mentore. "No, essa risponde, oggi ci sei già stato". Pur essendo una terminologia corretta e precisa, ha però una sfumatura fastidiosamente utilitaristica. Ci si reca ai servizi perché proprio non si può tenerla più, perché purtroppo non possiamo fare a meno di avere funzioni corporali. Ai servizi non si può defecare leggendo un giornaletto, sarebbe un ossimoro.

Ritirata
La ritirata è la versione più divertente. Ogni volta che scorgo l’insegna, purtroppo ormai limitata a stazioni bisognose di restaturo e vecchi treni, non posso fare a meno di immaginarmi qualcuno che, impegnato in qualcosa di importante, suona la tromba e scappa a fare la cacca.
– E quindi possiamo ottenere un sostanzioso aumento del budget se…
Peperepepè!
– Vado in ritirata.

Il Posticino
In un fumetto sarebbe obbligatorio costellare il baloon contenente questa locuzione con una serie di fiorellini. È l’espressione più bacchettona di tutte, quella che afferma implicitamente che bisogna vergognarsi delle proprie deiezioni, a tal punto che è bene non nominare il luogo dove esse avvengono.
La cosa risulta ancora più comica se si pensa che chi la usa si sente comunque in dovere di annunciare dove va, laddove basterebbe dire "vado ad incipriarmi il naso" o "mi alzo a sgranchirmi le gambe".

Sanitari
Poco usato, questo, è anch’esso una metonimia per "luogo dove sono i sanitari", che a loro volta hanno un nome ridicolo, che sottende "per essere sani, bisogna lavarsi le mani, farsi il bidé ed espellere tutti gli escrementi" (in quest’ordine).

Cesso
E quindi "cesso" è la parola migliore. La prossima volta che siete al ristorante, non astenetevi dal chiedere al cameriere "Scusi dov’è il cesso? Devo fare la merda!"

(direi che, a meno di lampi di genio, ci risentiamo a settembre. Godete forte!)

« PrimaDopo »