(suggerito da Serir)
Perché le auto rosse o bianche sono guidate da gente statisticamente più incapace?
Mia prima risposta: non l’avevo mai notato, ma il bianco e il rosso sono i colori più comuni per le auto. Quindi è probabile che siano prese da gente che acquista le auto pronte dal concessionario oppure che sceglie il colore un po’ a caso, ed entrambi i comportamenti possono indicare scarsa attenzione all’automobile come mezzo. Come ultima deduzione, dunque, chi si interessa poco alle auto di solito non ha interesse alle sottigliezze della guida, e quindi guida male.
La mia macchina è nera.
Uno scheletro nell’armadio: da bimbo, ero juventino. Con la maturità tipica di chi si interessa di calcio quando parla di calcio, battibeccavo col mio compagno di classe Enrico che, invece, era interista. Tra di noi quindi si sprecavano le gag del tipo “Juve di merda che il vento ti disperda” o “Avanti popolo alla riscossa, degli interisti vogliam le ossa” o ancora “Ho letto su un bidone che la juve è un campione. Ho letto su un giornale che l’Inter è un maiale. Ho letto su un diario che è tutto all’incontrario“.Un giorno Enrico, trionfante, mi spiazzò con “Che puzza, che tanfo! La juve è entrata in campo! Che aria, pulita, la juve è uscita!”. Smaccato, non seppi che rispondere, ma escogitai di rivalermi su mia sorella, che era milanista.
Appena giunto a casa, la apostrofai: “Che puzza, che tanfo! Il Milan è entrato in campo! Che aria, pulita, il Milan è usc…ma porc!” Indispettito dalla rima errata causa genere maschile, mi sfogai giocando con la pallina schizofrenica per un paio d’ore.
Ripensando all’episodio, mi son chiesto: in che modo si decide se le squadre di calcio sono di genere maschile o femminile? In linea di massima vale la regola che se una squadra eredita il nome della città (Palermo, Torino, Livorno) o una sua variazione (Milan, Genoa), allora è maschile, altrimenti è femminile (Juventus, Inter, Lazio, Sampdoria). Mirabile eccezione a questa ipotesi è la Roma… ma sono convinto la regola sia differente. Non credo inoltre che c’entri il nome della squadra per esteso (Milan Associazione Calcio, Genoa football and cricket club).
Warning: ogni commento che, a mio insindacabile giudizio, viri verso rivalità calcistiche verrà impietosamente stigmatizzato. E quando io stigmatizzo, stigmatizzo!
Io ho una paura matta dei ragni; mi fanno talmente ribrezzo che faccio fatica anche a scrivere questo post perché mi costringe a pensare a loro. So che è una fobia estremamente diffusa, ma non ho mai capito da dove si origini, tanto più che ogni altro tipo di insetto/aracnide a me fa un baffo, ivi compresi scorpioni, scarafaggi, e vespe. Ok, i ragni sono brutti, camminano per terra con le loro zampette e sono velenosi. Eppure anche tu sei mica tanto bello, anche tu cammini per terra con le tue zampette e anche tu sei velenoso. Vabbé, forse velenoso no, ma le api e i funghi mi sono simpatici, e anche i serpenti alla fin fine li trovo dei bravi guaglioni.
Insomma, che fanno di tanto male i nostri octapedi amici?
Una delle peggiori iatture che possano capitare al Giovane Frequentatore di Toelette Pubbliche è di incontrare, dopo il lavaggio delle mani, l’asciugatore a getto d’aria. Ho cessato già da tempo di provare ad utilizzarlo, so che mi stufo dopo poco di stare con le mani a penzoloni in attesa che il getto faccia il suo dovere. Finisco quindi per asciugarmi le mani nei pantaloni, se essi lo permettono, oppure scuoto vigorosamente le mani e le tengo in alto finché non sono più bagnate. Non uso i fazzoletti di stoffa, che schifo, magari ci ho sternutito dentro o mi son soffiato il naso! Qualcuno usa persino passarsi le mani nei capelli per asciugarle, io no. L’igiene innanzitutto.
Insomma, a parte che ai produttori di getti d’aria, a chi giova un sistema così inefficiente? Cui prodest tutto ciò? E no, non è questione di ecologia: essendo dispotivi a resistenza elettrica, i malefici asciugatori consumano non poca elettricità (visto anche il tempo che rimangono accesi!), e penso che i fazzoletti di carta riciclata o gli asciugamani rotanti siano migliori.
Nei tardi anni ’80, Disegni & Caviglia, su Tutti Rutti (appendice di Tutti Frutti, rivista di Red Ronnie) si chiedevano la seguente:
Tutte le suore diventano brutte o tutte le brutte diventano suore?
Dal punto di vista strettamente formale ovviamente la domanda è errata, perché ci sono molte brutte che non sono suore, quindi per evitare sofismi riformulo la domanda:
Le suore sono già brutte quando vengono ordinate o lo diventano in seguito?
Certo che suona molto meno, bene, quindi, adesso che ho chiarito l’inghippo sulla quantificazione universale, rispondete a:
Tutte le suore diventano brutte o tutte le brutte diventano suore?
Si sappia che nel 1991 io posi la domanda alla solita insopportabile prof di religione (“laica” ciellina) che, dopo essersi offesa, rispose: “Ma non è vero, ci sono delle suore molto carine!” che, per quanto mi riguarda, risponde “Tutte le suore diventano brutte”.
Me lo son chiesto per un totale di 19 ore: cos’è l’affare qui sopra fotografato che sta nei sedili dei 747 dell’Air France, sullo schienale vicino al tavolinetto.? A cosa serve?
(ho come il timore che presto la discussione girerà sulla parola bugzum…)